Dai vetri, in lontananza, vedo l'Etna, in un cielo che, mi dicono, raramente e' cosi limpido la sera.
L'Etna mi ha accolto quattro giorni fa, facendo capolino dal finestrino dell'aereo, coperto di neve, con poche nuvole e qualche sbuffo a fare da aureola.
Mi ha fatto compagnia in questi giorni, un gigante che si vede quasi da ogni punto dell'isola che ho visitato.
Era carico di neve al mio arrivo, ora che torno a casa buona parte si e' sciolta perche', pare, in questi giorni e' davvero cominciata la primavera.
E i miei pensieri, in questa ora di attesa, vanno alle tante cose che ho visto, alle persone, ai sapori, agli odori, a quel groppo in gola che non mi molla da quando ho fatto il check in e sono entrata agli imbarchi.
E le immagini si sovrappongono nella mente, dalla ferrovia, la circumetnea, che sembra apparire e sparire in continuazione mentre si passa attorno al vulcano; al gelato ai pistacchi di Bronte, "piccola" deviazione dellla strada verso Patti, preso in quel baretto che sembra non dire nulla e che dentro, a servire c'e' un ometto con i baffi (parola di Pico), alla discesa verso San Piero Patti, dove le montagne non sono colline e le colline non sono montagne; al Caffè' Galante, al gelato al riso nero di Patti, che non si puo' spiegare che gusto e', si puo' solo provare, a Tindari dove c'e' un santuario con la Madonna nera e degli scavi archeologici immersi in un parco che arriva al mare con le terme e un piccolo anfiteatro; a Taormina, ai suoi balconi, al suo corso dove non ho resistito a strisciare per portarmi a casa una collana di pietra lavica e al Teatro Greco romano dove.mi sono finta una statua per una foto, e dove ho guardato il mare con un sole che scaldava il cuore; a Roccalumera, che e' un paese lunghissimo lunghissimo che non finisce mai; a Acireale dove si mangia bevendo acqua con i Verdelli e ad Aci Trezza di cui ho gia' detto tutto; a Siracusa che dire che e' "solo" bella sembra quasi di prenderla in giro, dove vai al Teatro Greco e ti trovi in una grotta che da sopra ti spiano tutto quello che dici, che vai al porto e c'e' un'acqua che sembrano i Caraibi, che vai all'Ortigia che e' una citta' nella citta' che sembra tutta un ricamo e, ti sembra di esser sazia per le mangiate pantagrueliche dei giorni precedenti, ordini spaghetti ai ricci di mare e mangi come se fossi digiuna da giorni.
E le persone ti restano nel cuore: Pico del Caffè' Galante, Franco che si e' fatto in quattro, e che e' stato lo splendido organizzatore del convegno di studi Unagraco (che era poi lo scopo primo dello sbarco in Sicilia), Alberto che si e' fatto Caltagirone / Roccalumera e ritorno per passare una sera a cena con la sua presidente di commissione, Salvatore che oggi ci ha ospitato nella "sua" bellissima Siracusa e tutti gli amici/colleghi con cui ci siamo conosciuti, riconosciuti e fatti compagnia nei giorni del convegno.
E poi c'e' la Sicilia che non mi aspettavo: arrivando in aereo ricordo di aver guardato quest'isola dal finestrino e di aver fatto un pensiero "questa terra potrebbe pure stregarmi".
La Sicilia mi ha riempito l'anima, nelle mie prime ore trascorse in questa isola, al punto che per due giorni non sono riuscita a scrivere nulla, e fermavo le emozioni fotografando il bello che vedevo.
La Sicilia che volevo vedere, dove sono arrivata per la prima volta nella mia vita e che ora sento la "mia" Sicilia che ha, per me, l'odore dello zucchero filato...
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1 commento:
Ma sei sempre in giro per l'Italia! Donna di mondo! Denise
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