giovedì 25 gennaio 2018
Caleton Blanco, Lanzarote
Caleton Blanco, Lanzarote
Agosto 2017
In nessun posto mi sento bene con me stessa come a Lanzarote.
C'è qualcosa in questo posto, in questa isola vulcanica, che risveglia la vita in me.
Con Lanzarote ho un rapporto così stretto, che dopo un po' che non vado .. mi manca.
Una nostalgia che si attenua con i ricordi, le immagini.
Per questo motivo, lo scorso agosto, tornata dall'isoletta non ho lavorato tutte le foto che avevo fatto.
Le sto "tenendo da conto", e le tiro fuori pian piano.
Una, alla, volta.
E in quelle foto cerco me.
E ogni tanto mi ci trovo ...
lunedì 22 gennaio 2018
La liberta che lasciamo agli altri
Uno dei beni più preziosi che abbiamo
è la libertà che lasciamo agli altri ...
domenica 21 gennaio 2018
Wild hearts, Palma di Maiorca
WILD HEARTS CAN CHANGE THE WORLD
Passeggiando per le vie di Palma di Maiorca, lo scorso ottobre.
Cercando messaggi, scrutando il cielo, le guglie della Cattedrale, l'oro, il blu e il verde. E il bianco dell'isola di Palma.
Il sole che sbuca, ancora caldo, le strade bagnate.
Il sole che sbuca, ancora caldo, le strade bagnate.
Scritto su un sacchetto bianco, il messaggio nascosto del destino che mi aspetta sempre, anche se ogni tanto mi attardo a scattare fotografie ...
mercoledì 17 gennaio 2018
Quanto tempo ...
Mi rendo conto stasera che sono mesi che non passo di qua.
O meglio: passo, guardo, apro post che non pubblico, insomma, spolvero un po'.
E me ne vado.
Ma non sono meno legata o affezionata al mio brezzolina, che rappresenta una parte importante di me.
Tante cose sono cambiate nella mia vita negli ultimi mesi: ho riacquistato molto del mio tempo, ho imparato a dedicarmi alle cose importanti, e pian piano sto eliminando le cose urgenti.
Ho letto libri, di carta.
Sono andata a teatro per la prima volta.
Sono andata a sentire un'opera intera "La Traviata" formato pocket, io direi "millenials",e alla fine quando ho cominciato ad applaudire fino a spellarmi le mani, ho scoperto che per tre atti ero stata con le mani incrociate e tesissime, al punto che le braccia mi facevano male.
Ho imparato la "disciplina" nel cibo: mangio dolci fantastici e non ingrasso più, anzi, sto tornando in forma.
Ho preso la "malattia della ginnastica", e ora amo il mio corpo per come si sta di nuovo trasformando e risponde.
Ho buttato, ma soprattutto riciclato, molte cose di casa che non usavo da anni.
E ora ho tanto spazio libero da riempire.
Ho frequentato di più le mie Amiche, ho riso tanto con loro, condiviso il tempo dimenticando le telefonate, ma riprendendo la bella abitudine di guardarsi in volto, osservarsi, abbracciarsi.
Ho imparato a vivere il presente, apprendendo dal passato, e progettando il futuro.
Pensando a ciò che davvero conta.
E devo dire grazie, di tutto questo, alla mia cara Amica Carla, per l'"ignite", il punto di inizio.
Un libro che "mi ha fatto male", mi ha "punto": l'ho iniziato e ripreso almeno una trentina di volte, l'ho letto e riletto, meditato, sottolineato (con la matita verde).
E ogni tanto ancora lo riapro, rileggo, rimedito.
L'autrice si basa sulle metafore per spiegare concetti che, da difficili, diventano comprensibilissimi.
E per questo, talvolta, difficili da mettere in pratica perché comportano un cambio di orizzonte nel proprio modo di essere.
E anche stasera, che ci ripenso, lo apro in un punto a caso, che sembra scritto per me, proprio ora:
C'era una volta ... un generale che quando cattura un prigioniero lo conduce di fronte a una porta di ferro con scolpiti cadaveri coperti di sangue e dice: "Puoi decidere se rimanere mio prigioniero oppure passare da quella porta dalla quale non puoi tornare indietro."
La maggior parte sceglie di rimanere prigioniero.
Finita la guerra, un prigioniero chiede al generale cosa ci sia dietro la porta.
"La libertà", risponde il generale.
La libertà, mi dico anch'io.
E mi avvicino a quella porta ...
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