Non ricordo quando ho cominciato a sentir parlare del "Caffè Galante", di Patti, sicuramente circa un annetto fa, nell'ambito del progetto Kublai.
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Ricordo che la prima cosa che mi colpì era il nome "Galante" che mi faceva ricordare certi gentiluomini di altri tempi che, si pensa, non esistano più se non in certi libri o in certi quadri.
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Ho visto tante cose di questo posto, ho visto le foto, i filmati, ho visto il progetto di Pico, l'analisi, ho seguito il coaching: insomma, avrei dovuto conoscerlo ...
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E invece no: quando ho messo piede in questo piccolo delizioso locale mi sono sentita come se entrassi in un quadro che, nei primi decenni del secolo scorso è stato preso, impacchettato e messo in soffitta e che oggi, nel 2009, viene riportato alla luce.
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La luce, i colori, gli odori, la voce di Pico che raccontava le storie, tutto mi è sembrato fare parte di una rappresentazione di cui mi sono sentita una "coccolata" protagonista.
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Entri nel Caffè Galante e ti sembra di sentire le voci dei tempi che furono, ti aspetti di vedere Quasimodo nell'angolo che si ferma per una pausa, guardi fuori e vedi da lontano un mondo che pensavi non esistesse più, con le prime automobili, i baffi impomatati e quel movimento di persone che riempiva di vita i piccoli paesi.
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Ti siedi al tavolino e immagini il nonno di Pico dietro a quel magnifico bancone, a preparare i dolci con le ricette delle monache, raccolte ordinatamente in piccoli libricini scritti con quella scrittura gentile che i nostri pc non riusciranno mai ad imitare, ti guardi negli specchi e ti vedi vestita come allora, con i capelli raccolti e un ombrellino per il sole.
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Scendi al piano di sotto e vedi enormi montagne di neve, trasportata dalle montagne vicine e conservata nelle cantine che facevano funzione di frigorifero, e vedi i mastelli per i gelati. Guardi su e vedi genti operose che, con la carrucola fissata al tetto, portano su e giù il necessario per produrre gelati e dolci.
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E senti tanti profumi, e vedi tanti sorrisi, tanta genuinità nella gente che entra ed esce dal Caffè.
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Ed è così che, senza nemmeno accorgermi, mi ritrovo dietro il bancone, sorridente, ad aspettare i nuovi clienti che entreranno ...
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3 commenti:
Un bar aux Folies ... Pattesi.
:)
Ho conosciuto Velas (ancora non sapevo chi fosse Elena) alla fine di Febbraio dell'anno scorso, quando mi accolse ("Ben arrivato in questa gabbia di matti :)") nel Ning di unAcademy (dove mi aveva introdotto la Greenfield, conosciuta l'estate precedente su Second Life e per la quale, prima ancora di essere Pico, ero soprattutto Mr. Granita). Non era finito ancora Marzo che Velas mi invitò alla sua festa di laurea in Second Life e, avendo intuito che la conosceva bene, chiesi consiglio ad un altro signore, conosciuto, pure lui, in unAcademy e in Second Life (certo Asian, che anche in quel caso non sapevo ancora si chiamasse Fabio), su cosa avrei potuto regalarle; la sua risposta fu: "ama molto i fiori, potresti provare a regalarle qualche pianta", e così comprai una bella bouganville da mettere davanti alla sua casa a Serendipity. Ecco, in poche righe ho ricordato come conobbi Velas e citato altri due personaggi con cui è nata una bella amicizia.
Tre giorni fa Elena e Daniele sono venuti a trovarmi ed è scontato raccontare quanto mi abbia fatto piacere. E' la seconda volta che incontro Elena di persona (a pochi mesi dalla prima, a Roma, in occasione del KublaiCamp) e i suoi occhi sprizzavano tutta la gioia che le modella quel bel sorriso sul volto :)
Ciao Elena, grazie per essere venuta a trovarmi, per la tua amicizia, per quello che racconti e fai vedere e per come lo fai; spero ci siano presto altre occasioni per rivederci. Il tuo augurio al Caffè Galante e' moooolto apprezzato, un caro saluto a Daniele.
Molto belle le riflessioni di Velas, ha colto a pieno lo spirito del Caffè, che speriamo di riportare ai fasti del passato!
Un bacione a voi amici: Elena, Fabio, Nino.
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