Senza morire, mai ...
domenica 24 luglio 2011
sabato 23 luglio 2011
La pluie
Ci sono parole, nelle gocce di pioggia che cadono.
E formano pensieri mai detti,
e scavano nei sentimenti che non vivranno più.
E nelle speranze svanite.
E tamburellano, dalla strada ai vetri della finestra,
dietro ai quali mi nascondo.
E poi cessano, le gocce, e diventano rivoli.
E scivolano nei tombini,
E muoiono ....
venerdì 22 luglio 2011
GiraSole
Perchè, se lo guardi bene, in ogni fiore, sbiadito o appassito, c'è sempre del colore.
Perchè anche dopo la peggiore tempesta, il colore ritorna, sempre...
domenica 17 luglio 2011
sabato 16 luglio 2011
venerdì 15 luglio 2011
giovedì 7 luglio 2011
Giorgio Luraschi
Giorgio Luraschi mi ha aiutato a comprendere le radici della mia città.
Lui, arrivato dal mare, che ha trovato casa sul lago, in uno strano percorso inverso.
Ho qua davanti il suo libro "Storia di Como antica", edizioni New Press, che ho letto tanti anni fa, e che mi aveva svelato una Como che sbucava qua e là tra una rovina e una costruzione, un po' da vedere dall'alto e un po' da indovinare percorrendone le strade: la Como di oltre duemila anni fa.
Sul blog di Giorgio Bardaglio una intervista assolutamente da leggere.
Ieri ci ha lasciato. Per chi ama Como, una figura insostituibile.
mercoledì 6 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
Il Monumento ai caduti dei Fratelli Terragni
monumento ai caduti 091 col, inserito originariamente da brezzadilago.
Arrivando ai giardini a lago, proprio dietro lo stadio Sinigaglia, si staglia nel cielo questo monumento razionalista il "Monumento ai caduti", opera dei Terragni.
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L'ho sempre visto dall'esterno, perchè negli scorsi anni, veniva raramente aperto al pubblico.
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Sabato scorso, passando in moto con mio marito, ho visto una persona in divisa davanti all'ingresso, a custodia, ci siamo fermati, abbiamo chiesto e abbiamo piacevolmente scoperto che tutti i we il monumento è aperto per le visite guidate, a pagamento.
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E non ce lo siamo fatti ripetere due volte: abbiamo aspettato l'ora, e siamo saliti.
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E' un sacrario, anche se i caduti ormai non sono più qua ma sono stati trasferiti al Cimitero Monumentale, ma l'atmosfera che si respira all'interno è quella che riporta alla mente la prima guerra mondiale, e il ritorno a casa di tanti concittadini che non ce l'hanno fatta.
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I loro nomi accolgono il visitatore, e sono tanti, tantissimi ... se ne contano, mi pare seicentocinquanta.
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La salita avviene su scale interne, a chiocciola. L'ascensore che pure era stato previsto in una certa epoca, non ha mai funzionato.
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Sono 33 metri, ma si arriva in cima anche senza bombole di ossigeno... e il respiro manca quando si sbuca e si vede Como dall'alto, da una visuale da cui non la si vede mai: la separazione tra il quartiere razionalista e la città vecchia è evidente persino per una profana come me.
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E il lungolago, il Duomo prendono una dimensione diversa da questo luogo.
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Ci si gira intorno, in continuazione, come si facesse il girotondo, mentre la guida spiega il monumento, la storia, le particolarità.
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Poi viene il momento di scendere, si passa negli ossari, nella chiesa, e si torna all'esterno.
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Non senza dimenticare un un saluto a chi non c'è più ...