Vangelo secondo Marco 14, 32-40
Il Vangelo è sempre una lettura molto potente.
A Pasqua diventa qualcosa su cui riflettere e meditare ancora più che a Natale.
La nascita è un concetto che ci appartiene, la morte è qualcosa che non riusciamo a comprendere.
Il racconto del Getsemani, per me, si lega a quella fase, prima della morte, che molti sperimentano negli ospedali, passando da un reparto all'altro, da un medico all'altro, da un esame all'altro.
Quelle attese, in silenzio con sè stessi, soli con sé stessi, mentre gli altri "dormono" mi fanno pensare al Getsemani, a quel racconto, a quel momento.
E anche quest'anno, la lettura di questo Vangelo ritorna prepotente.
Questo brano è dedicato a tutti i malati che conosco, che sperimentano "il Getsemani" ogni volta che devono accedere a un esame che rappresenta una divisione tra "negativo" e "positivo", tra continuare a vivere senza malattia a continuare a vivere con la malattia che si è ripresentata.
Dedicato a tutti i malati che hanno fede, e a quelli che non ne hanno ma la cercano.
Che la Santa Pasqua sia con tutti noi.
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