E' di una bellezza così imbarazzante questa terra, il Salento, che solo il cuore può descriverla.
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Anche se a fatica.
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E' stata una giornata di primavera, in un inverno rigido, un momento in cui il sole, il mare e il Salento mi hanno fatto scoprire, in poco tempo, in un attimo oserei dire, una terra in cui davvero la natura riconcilia il corpo e lo spirito, in cui la fatica di viaggiare, di fare tanti chilometri per vedere posti non si sente, nemmeno quando si arriva alla meta e si pensa di crollare, in cui le immagini, i luoghi, i colori, seguono la mente come un sogno che si appiccica e da cui non ci si vorrebbe mai svegliare, al punto che si potrebbe fingere di sognare pur di continuare ad avere gli occhi pieni di questa terra.
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Questo, per me, è stato oggi attraversare il Salento.
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Da Lecce, prima tappa a Galatina, per visitare la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, dove un meraviglioso catechismo in immagini è dipinto in ogni punto della chiesa, dalla volta, alle pareti, alle colonne, fino a terra. Chiesa un po' difficile da trovare, girando in auto e avendo poco tempo da dedicare (se è vero che ne abbiamo fotografate due prima di arrivare a quella giusta), ma che poi appaga con la sua bellezza.
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E poi via, per chilometri e chilometri di uliveti fino a Otranto, una piccola città di mare, con il suo porticciolo e i suoi stupendi dintorni. La costiera adriatica mi ha spesso tolto il fiato: mai mi sarei aspettata di trovare paesaggi mozzafiato, al punto di fermare l'auto ogni treperdue per fare foto e foto e bearsi nella vista del mare, e sentire il silenzio dello spazio vuoto intorno e vedere la natura che è ancora padrona.
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Santa Maria di Leuca non esiste sul tomtom, l'ho scoperto, non è una località. Esiste Leuca qualcosa, ma non il punto più a sud del "tacco"... mah, o forse non l'ho trovato io. In ogni caso, non è che ci fosse molto da cercare, bastava andare a sud e fermarsi nel punto esatto dove il mar Adriatico diventa lo Ionio: un faro e una stupenda basilica segnano il posto.Tappa e foto d'obbligo.
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E qua finisce anche la nostra discesa dell'Italia, il punto più a sud del mio paese in cui sia mai arrivata. E si comincia a risalire.
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La costa ionica è diversa, alcuni tratti sono sabbiosi, a Marina di Pescoluse la passeggiata sulla spiaggia, lunga, forse non ricorda le Maldive, come la soprannominano i locali, ma non perchè sia meno bella, anzi, solo perchè è di una bellezza sua, che, secondo me, non ha nulla da invidiare ad altri posti del mondo (io non amo i paragoni con altri posti, secondo me ogni posto ha la sua bellezza e la sua magia, ma questa è una mia opinione).
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Tappa per pranzo (agli orari perfettamente adattati del posto dove ora siamo, e quindi alle due!), a Gallipoli: bello il centro storico, fantastico il ristorantino dove ci siamo fermati per il pranzo. Anche qua molti locali chiusi a mezzogiorno, poca fame (così credevamo) e si era quasi orientati a mangiare qualcosa di veloce ... e invece: Trattoria La Puritate, Città Vecchia, Gallipolli, dove uno solo degli antipastini, ormai l'abbiamo imparato, sarebbe stato sufficiente per sfamare tutti e due.
Pesce crudo, cotto, secondo di gamberoni al sale, e di tonno al sesamo. Risultato: da oggi, temo, non riusciremo più a mangiare il tonno crudo con soddisfazione, perchè quello assaggiato a Gallipoli era divino, di una consistenza tenerissima e di un sapore che mai, nel mondo, ci era capitato di provare. Un pranzetto da ricordare, come tanti altri in questi giorni.
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E poi, via, che la strada era ancora lunga per arrivare a destinazione, a Matera.
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Piccola sosta a Porto Cesareo, di cui probabilmente la parte più bella è sott'acqua, e di nuovo superstrada.
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Il passaggio a Taranto è stato traumatico: so che esiste la zona industriale, so cosa è stato fatto e so la necessità di dare lavoro a queste zone e tutto... ma, dopo una giornata piena di "Salento", piombare a Taranto è stato scioccante. E non mi dilungo oltre, perchè bisogna provarla, questa senzazione per capirla.
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Arrivo a Matera in serata... ma questo fa parte della prossima puntata :)