martedì 4 settembre 2007

Maslow e Second Life


E' stata la prima cosa che ho associato a Second Life: la Piramide dei bisogni di Maslow.
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Ci vuole molto tempo per conoscere il mondo parallelo di SL, ma la prima immediata impressione è l'assenza di alcuni fattori di rischio che normalmente esistono nella vita reale.
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Maslow indica in vari gradini le motivazioni, e i bisogni:
Al primo gradino i bisogni fisiologici: salute, cibo, dormire; al secondo i bisogni di sicurezza: dai pericoli.
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Dal terzo gradino comincia SL: amore, amicizia, essere parte di un gruppo sono i bisogni di appartenenza; la stima di sè stessi e degli altri sono al quarto gradino, e al quinto si trova il bisogno di autorealizzazione.
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Se qualcuno volesse approfondire in questo sito c'è una bella e semplice trattazione.
Superfluo dire che i bisogni devono essere soddisfatti, nella vita reale dal più basso gradino in su.
Second Life è settato per non riconoscere i bisogni principali, il gioco parte dal terzo gradino ... (d'altra parte siamo sicuri che troveremmo chi giocherebbe a un gioco che porti le stesse ansie e angoscie di tutti i giorni?)
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Ma qui sta il bello; la sfida è: "cosa sarebbe la nostra vita senza i bisogni principali?"
Come si organizza una comunità - e soprattutto si organizza? - quando non c'è necessità di "stato", di bisogni di welfare, quando potenzialmente ogni "individuo" è sufficiente a sè stesso, ma deve cercare in sè stesso e negli altri le motivazioni per continuare a "giocare-sopravvivere"?
E' una vita nella quale i beni di consumo non deperiscono e, anzi, sono in eccedenza rispetto al mercato: già nei primi giorni in Second Life si ha il problema di organizzare l'inventario e eliminare le eccedenze per non trovarsi invasi di cose futili così che a nessuno conviene investire in scorte, come avviene nelle normali attività nella vita reale.
La prima e immediata conseguenza è che non esiste, almeno in questo settore, la creazione di ricchezza.
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Non credo che l'introduzione del fattore deperibilità porterebbe vantaggi al gioco, perchè riporterebbe verso il basso il gradino della piramide di Maslow, e non credo sia questo l'obbiettivo.
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Occorre inventarsi motivi per sopravvivere che non siano necessariamente il lavoro o il divertimento, ma la socializzazione, per lasciare un segno di sè che poi, secondo me, è una delle necessità primarie e insopprimibili nella mente di ognuno.
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Continua il ragionamento ...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante, sul serio. "L'individuo come sistema integrato", non male.

Elena Trombetta ha detto...

Grazie! :) è carina come tesi vero?