giovedì 29 marzo 2012

Suoni e odori de L'Aquila

Il suono del vento, tra le strade deserte, che si insinua tra le grate che bloccano gli accessi alla zona rossa; il tessuto sfrangiato che si gonfia col vento e strofina contro le impalcature, i passi silenziosi su un selciato dove non c'è traccia di polvere; l'odore di terra, di muffa e di canfora che arriva dai negozi chiusi, vuoti di merce ma pieni di impalcature, sostegni, profumo di dolci, di pizza dai pochi locali aperti; profumo di aria pulita, di una città dove le auto non passano più...

Suoni di cavi d'acciaio della basilica di Collemaggio, cavi che partono da enormi colonne montate per legare muri antichi e che attraversano tutta la chiesa, si intrecciano tra loro e nascondono suoni di uccellini, finiti lì in mezzo chissà come; cavi  che si sono inventati una nuova preghiera, fatta di scricchiolii, di rumore simile ad una grossa goccia d'acqua che cade, e sembrano recitare un rosario tutto loro, una preghiera che continua, incessante, giorno e notte, per questa città che non deve essere dimenticata ...


5 commenti:

This blog ha detto...

Non ci sono stato a L'Aquila, ma grazie a questo post riesco a capire cosa si prova ad essere li. E ti ringrazio tanto.

E che rabbia che fa, sono passati anni, eppure .. non sono stupidi i paragoni che si fanno con il Giappone e la loro incredibile veloce ricostruzione: siamo tutti esseri umani, in fondo. Come puó essere che noi non siamo capaci? Non sono alieni. Non voglio essere sempre quello che, ora che si trova all'estero, non fa altro che cercare occasioni per parlare male dell'Italia. Anzi, mi rendo conto ora di quanto siamo in gamba rispetto agli altri (piú svegli, piú proattivi, piú veloci, riusciamo sempre a trovare una soluzione a tutto ..). Ma com'é che non riusciamo a casa nostra? Cosa é successo?
Un gioiello come L'Aquila, divenuto un esempio di quello che siamo diventati: un Paese di egoisti, dove l'IO e i miei interessi vengono prima di tutti gli altri, dove non si riesce a capire che se stiamo bene tutti insieme allora stiamo bene anche noi singolarmente.
Che rabbia ..

Peró, proprio come Noé che "trovó grazia agli occhi dell'Eterno", l'Italia non é da buttare. La sensibilitá di persone che riescono a scrivere post del genere, da speranza a tutti quanti. Ce la faremo, un giorno, a ritrovarci. I semi, un giorno, germoglieranno e fiorirá l'Italia che meritiamo.

Elena Trombetta ha detto...

Grazie Ale, mi hai toccato il cuore con questo commento.
Stare a L'Aquila rende ancora più sensibili ... considero un grande dono questo viaggio ...

valentina orsucci ha detto...

Quanto è visitabile? Una classe mi ha chiesto di andarci in gita e la trovo una bella idea, ma volevo capire quanto fattibile

Elena Trombetta ha detto...

Vale, la trovo un'idea eccellente.
Ne parlavo proprio oggi con la nostra guida nella visita del pomeriggio, del perchè non arrivino tante scolaresche quando, secondo me, sentire raccontare dalla voce di chi ha vissuto e sta vivendo questo incubo può solo fare bene.
In ogni caso dea più che fattibile, secondo me ci potresti portare anche i bimbi delle elementari. Quando torno, se vuoi, ti racconto per bene :)

valentina orsucci ha detto...

Idea dei ragazzi non mia :)