Quanto mi manca questo posto.
Ho impiegato tre anni per arrivarci:
Il primo anno ho scoperto che esisteva.
Il secondo anno non ho potuto.
Il terzo anno, ho voluto.
Si trova nella parte nord dell'isoletta (Lanzarote), ad un'ora e passa a piedi da dove si lascia l'auto.
Un'ora e mezzo sotto il sole, ma con la brezza marina che ti fa prendere una scottata senza che te ne accorgi.
Un'ora e mezzo di salita costante, su un tornante lunghissimo, che va in fondo a un barranco e ritorna.
L'ho scoperta passando in auto dalla LZ1, l'unica strada che percorre il versante est dell'isoletta verso nord: guardi in giro e, d'improvviso, da lontano, ti appare questa diga, con il cuore immenso, e l'invito a Amare, Ridere e Vivere.
Tra una estate e l'altra ho cercato informazioni per raggiungerla e fotografarla.
Il secondo anno è stato "transitorio", per tutta una serie di motivi, e ho visto tanto mare, e poco interno.
Il terzo anno era quello giusto. Estate 2016.
Mi ricordo ogni passo di questa passeggiata, un po' come quando desideri tantissimo un cestino di fragole, e poi, quando ce l'hai davanti, le mangi lentamente, e fai di tutto per farle durare, per non finirle subito.
Non è un grande strapazzo, o almeno non lo è per la maggior parte delle persone. Per chi è abituato a fare trekking è poco più che una sgambata. E merita.
E' una diga abbandonata, la
Diga di Mala, ancora piena di acqua, con le ringhiere ruggini che se solo pensi di appoggiarti sei morto, e non per dire, una zona in cui un grosso cartello in tutte le lingue avvisa del divieto di accesso.
Ma, per me, è un luogo magico, dove ho sorriso tanto, fotografato tantissimo, e che ogni tanto vado a rivedere, attraverso i miei scatti, per sorridere.
Perché è un ricordo di un tempo lunghissimo, e che è ancora lì, per il prossimo anno e mi aspetta con il suo invito:
"AMA, RIE, VIVE"
Verso la Diga di Mala
Verso la Diga di Mala
Guardando l'oceano
La diga da sopra
La diga da sotto