lunedì 28 luglio 2008

L'angolo (mio) preferito della mia città


Io amo la mia città, la adoro anzi.
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E c'è un angolo dove, più di tutti gli altri posti, mi piace rifugiarmi, nei momenti belli, nei momenti tristi.
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Su questo pezzo di strada ho fatto i primi passi (con le stampelle), della mia seconda vita, ho passeggiato nei momenti più difficili, più tesi, quando le cose sul lavoro non andavano bene, ma anche quando le cose invece andavano benissimo per un nuovo contratto, per un bella notizia ricevuta.
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E' il pezzo di passeggiata del lungolago che va dall'hangar a Villa Olmo: è poca strada, ma è proprio a bordo lago, e le macchine non si vedono e non si sentono (per la toponomastica è LungoLago Gelpi).
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In compenso ci sono i cigni e le paperelle, e, quando mi ricordo, porto il pane secco perchè è una gioia vederle nuotare di corsa, lasciare la scia che nemmeno una barca, e tuffare la testa nel lago per recuperare il pezzettino di pane ammollato.
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Spesso ci sono bimbi con nonni o genitori a portare il pane, e allora il divertimento è doppio, perchè il pane si sbriciola sul marciapiede e arrivano anche i piccioni a reclamare la loro parte e i bimbi urlano di gioia.
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C'è un pino, enorme, all'inizio della passeggiata, con due panchine sotto. E se sono libere è bello sedersi al fresco della pianta e guardare il bordo del lago, lì davanti, che pare accarezzare il marciapiede, e osservare ogni ondina che arriva fare capolino come per tentare il dispetto di uscire.
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In primavera una stupenda pianta di glicine fiorisce dalla parte del lago: tutte le volte che la osservo mi chiedo come abbia fatto, con quale caparbietà si sia attaccata a quell'angolino di terra, sospeso tra il porfido e il lago, e diventare uno spettacolo della natura, con il profumo che accompagna per qualche momento chi le passa a fianco.
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E poi, la gente, quella che corre, quella che passeggia, quella che va in bici, quella con carrozzine e passeggini, e gente con il gelato d'estate e con la sciarpa d'inverno, i turisti che guardano le ville e i comaschi che guardano il lago, i cani che passeggiano e si annusano quando si incontrano, i bimbi che guardano gli idrovolanti che partono e arrivano, e gli adulti che indicano, in alto, la funicolare di Brunate mentre i battelli e gli aliscafi passano in lontananza e sollevano le ondine.
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Poi ti giri e vedi il Monumento ai Caduti, bianco, immenso, che svetta verso il cielo, con le bandiere sopra che indicano se c'è breva o tivano e quindi vento da sud che porta acqua o vento da nord che spazza e porta il bello.
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E lo stadio, il Sinigaglia, quante domeniche passate là dentro a prendere tonsilliti mentre il Como era in B, poi in A, poi in B, poi in C1, poi le tonsille non ce l'hanno fatta più ..,
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E mentre passeggio, e guardo in giro, il lago si porta via le mie preoccupazioni, come un grande polmone che tutto aspira e cancella, e quando arrivo a Villa Olmo, il riflesso dell'acqua fa parte ormai di me e sfugge dai miei occhi, pieni di lago ...
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4 commenti:

Andrea Perotti ha detto...

Bellissimo! E brava per riuscire ad esprimere così bene emozioni, sensazioni, istanti...

Anonimo ha detto...

il mio primo commento.
ciao
lds

Denise ha detto...

Elena concordo pienamente con te. E' uno scorcio meravilgioso. Denise

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

wow... abbiamo esattamente la medesima preferenza!

Luciana

http://www.comoinpoesia.com