domenica 27 giugno 2010

Riflessioni di una domenica pomeriggio

La montagna è sempre stata, per me, maestra di vita. Sono molte le cose che mi ha insegnato, e ancora oggi mi ricarica nei momenti più difficili, nei quali si intravvede il fondo e serve una speciale energia.
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Mi ha insegnato a dosare le forze, e me l'ha insegnato lasciandomi senza forze, e non solo una volta.
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Mi ha insegnato a rinunciare, perchè nulla è più importante che tornare a casa, perchè il bravo montanaro ... "è quello che diventa vecchio", come mi ha insegnato un amante della montagna.
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Mi ha insegnato che dopo una rinuncia deve sempre seguire un altro tentantivo, e un altro, e un altro ancora.
E che quando vinci una vetta, o riesci a superare un grado in arrampicata, o finisci di piangere dopo che senti i "picchi" nelle dita delle mani e dei piedi per il troppo freddo, e devi riprendere la via, devi riprovare ancora.
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Perchè ogni volta è una nuova scoperta, un'esperienza diversa, perchè siamo noi che cambiamo, è il nostro fisico, la nostra resistenza, la nostra volontà che ci rende diversa ogni salita.
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E le salite che in certi momenti della vita sembrano facili, in altri momenti richiedono l'aiuto, la mano amica di qualcuno che ci aiuti magari a portare lo zaino.
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E quella richiesta di aiuto bisogna saperla innanzitutto riconoscere, e poi chiedere, o offrire.
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Senza che quell'aiuto sia un peso, darlo o riceverlo.
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venerdì 25 giugno 2010

Santa Maria di Picciano, Matera

Santa Maria di Picciano

Ci sono luoghi nei quali, avvicinandosi, si percepisce un senso di pace interiore.
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Per me, spesso, sono luoghi legati alla spiritualità.
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La strada che porta a Santa Maria di Picciano è immersa in un bosco, nel quale la natura si è divertita a mescolare piante molto diverse tra loro, formando un insieme che sembra preso da un quadro.
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Fiori di tutti i colori costeggiano la sottile striscia di asfalto e non è raro vedere farfalle (io le ho viste solo gialle però) rincorrersi sui lati della strada.
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Il santuario è in cima a una collinetta, di quelle che se ne vedono tante in Basilicata, ma che si distingue proprio per la presenza di tanto verde.
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E' piccolo, un piccolo scrigno. Che sembra pieno di nulla, ma che in quel nulla mi fa sentire "piena".
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E mi sono fermata per scattare delle foto, ma soprattutto per respirare quel senso di pace che si trova sempre meno, e di cui, invece, si ha sempre più bisogno.
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Sono così pazzi che oggi si sposano


capodanno 2009 039
Inserito originariamente da brezzadilago

sabato 19 giugno 2010

I Promessi Sposi, a San Siro

Promessi sposi - Milano

Amo il musical, e gli amici che lo sanno, spesso mi invitano quando "vanno a Milano" per vedere qualcosa.
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Ieri, quindi, atto unico di "I Promessi Sposi" di Michele Guardì, a San Siro, siamo partiti con un pullman di appassionati da Cesana Brianza verso Milano.
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Ero seduta, guardavo fuori dal finestrino e pensavo al viaggio di Lucia e di Renzo che da Lecco andavano verso Milano, come nella storia del romanzo, e, lo so che sembra stupido, ma sembrava ci accompagnassero in quel percorso, così come ci avrebbero accompagnato, con uno spirito diverso, al ritorno.
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Il palco a San Siro, all'arrivo, toglie il fiato per l'emozione. Quasi tutto il campo di calcio è coperto dal palco e dalle poltroncine "platea". Il palcoscenico è enorme, formato da tre piattaforme rotanti, una centrale più ampia e due più piccole di fianco.
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C'è il sole, e meno male, che sono messa maluccio con raffreddore e malanni vari, e fino a ieri pioveva a dirotto, ma questo spettacolo non me lo sarei perso per nulla al mondo.
Osservo la striscia di cielo sopra San Siro, di quell'azzurro che "solo i cieli di Lombardia..." e quella luce del tramonto che scende piano piano sullo stadio ...
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C'è eccitazione, la sensazione di assistere ad un evento unico. Si, perchè lo spettacolo verrà replicato a fine luglio ad Agrigento e a fine anno agli Arcimboldi, ma è la prima per San Siro, e credo sia anche la prima volta in assoluto che San Siro ospita un'opera.
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Si abbassano le luci, si va a cominciare.
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Tre ore di spettacolo, con una piccola sosta tra primo e secondo atto. Tre ore in cui si viene catturati, sempre più dentro la storia, sempre più dentro la scena.
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Ogni personaggio è caratterizzato da una sua melodia, che lo rappresenta e che si intreccia con quelle degli altri protagonisti quando si incontrano nei duetti.
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Le scene si aprono come immagini di quadri, statiche, e pian piano si animano, e pare di assistere a quadri viventi, a piccoli presepi che piano piano prendono vita. I costumi sono piccoli capolavori.
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E non sono "i promessi sposi" come me li ricordavo a scuola, noiosi come tutte le cose che si è obbligati a studiare: sono belli, freschi, allegri. Mi accordo di strizzare le mie celluline grigie per tirare fuori i ricordi di gioventù e ricordare le scene principali e mentre le rivedo la memoria cambia colore, come se la musica di questa opera desse una riverniciata a qualcosa che stava sparendo.
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Le scene sono tutte belle, ma c'è un'emozione particolare nell'addio ai monti, con la barca che sembra solcare il lago, su un palcoscenico che due secondi prima pareva di legno, e poi la stupenda Monaca di Monza, il Don Rodrigo, la conversione dell'Innominato, la madre di Cecilia, fino alla scena finale, con quel "Padre Nostro" e la pioggia (vera, si sono proprio lavati!) che salva Milano dalla peste.
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Avrei voluto fare rewind, rivedere tutto ma dovrò aspettare a settembre, quando faranno vedere sulla Rai la registrazione di ieri.
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E sono uscita da San Siro con una musichetta nella testa che anche oggi non mi abbandona, e canticchio "Ecco Milano, la grande macchina del duomo ... dove la vita ti appartiene ...", e una gran voglia di riprendere in mano il libro de "I promessi sposi", da rileggere, e da gustare...
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sabato 12 giugno 2010

Sapori di vita

Gelato di crema con pezzi di ananas, portato in bici su per la Napoleona, sotto il caldo; acqua bevuta dal bicchiere; decine e decine di caramelle alla gelatina mangiate una dopo l'altra; il gusto diverso del cibo quando ti imboccano; il fruttino e poi la Nutella che arriva da Prestino con il bus delle 7 del mattino; chili e chili di mele cotte, che buone come quelle non ne ho più provate...
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Sapori unici che, tanti anni fa, la vita mi ha regalato ...
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venerdì 11 giugno 2010

Ho imbiancato casa

E ho cambiato un po' di colori di brezzolina, grazie al nuovo sistema "Design" di blogger.
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Però il quadretto di Como, quello no, non l'ho cambiato :)
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venerdì 4 giugno 2010

Pazienti.org è online

Pazienti.org


Pazienti.org sono loro: Federica, Elena e Linnear che ho conosciuto a Roma, al KublaiCamp 2010.

No, non è vero, Elena la conosco da molto più tempo ;)

E poi, no, non è vero: pazienti. org non sono "loro", siamo tutti noi. Loro sono l'idea, il cuore, il cervello, ma pazienti, purtroppo, siamo tutti noi, o qualcuno che ci è vicino, e che vuole condividere la propria esperienza di "paziente".

Per questo, secondo me, è un'idea da far girare ... date un occhio :)

mercoledì 2 giugno 2010

Immagilario

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Chiamiamoli debiti di riconoscenza. Ma in modo affettuoso.
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Ad Augusto devo l'header di brezzolina, che campeggia qua sopra dal giorno che è nato questo blog.
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E ora, con le sue belle foto, inaugura Immagilario, un sito dove poter vedere posti stupendi delle mie zone, di Como e del suo lago.
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Date un occhio, ve lo raccomando ...
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