mercoledì 27 aprile 2011

Cinquantesimo


Cinquantesimo , inserito originariamente da brezzadilago.

E poi ci sono le foto "difficili", quelle che vuoi assolutamente che vengano bene, che piacciano, che sia a loro modo perfette.

E, va beh, forse questa foto non sarà tutto questo, ma mi fa sorridere quando la guardo ...

venerdì 22 aprile 2011

La processione del Venerdì Santo






E certe volte una foto non basta. E nemmeno cento parole.


Come si può spiegare una città fredda come è Como, che una volta all'anno si riversa in strada per il suo Crocefisso? Per quell'atto di straordinaria dimostrazione della propria fede che è la processione del Venerdì Santo ...


E anche oggi è stata folla.


Quest'anno la processione ha seguito l'itinerario di San Bartolomeo, che a me piace considerare "classico". Dal Santuario di Viale Varese verso Viale Cattaneo, Via Cadorna, la sosta alla Chiesa di San Bartolomeo per la benedizione della città e poi via, giù per Via Milano e ritorno.


Lo considero classico perchè il Giovedì Santo del 1529, è qua che avvenne il Miracolo: quando la processione con la Croce arrivò a San Bartolomeo, trovò la strada sbarrata dalle catene di ferro che erano state messe dagli spagnoli, allora dominatori della città. Quando il Crocifisso, le toccò, si ruppero.


All'angolo destro, guardando di fronte la Chiesa di San Bartolomeo, è ancora conservato un anello della catena: anni fa ricordo che passandolo lo si toccava in segno di benedizione, ora vedo che non lo fa più nessuno. Ma è sempre lì...


Ad anni alterni la processione raggiunge il lago (sarà quindi il prossimo anno), per la benedizione della città da Piazza Cavour.


Molte persone seguono la processione che ha un ordine prestabilito per i gruppi, le confraternite, le associazioni, i giovani e i gruppi famigliari che la seguono: ma moltissimi fanno ala al passaggio per poi accodarsi una volta passata.


E' il Vescovo di Como che la presiede, e, una volta giunti a San Bartolomeo o al Lago, benedice la città.


Non è spettacolo, non è folklore, è l'anima di Como che, sommessamente, una volta all'anno fa capolino, si accompagna con il suo Crocifisso, e si mostra ....


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Noir et rose


Noir et rose , inserito originariamente da brezzadilago.

mercoledì 20 aprile 2011

Il bacio al Santo Crocifisso di Como


Crocefisso intero, inserito originariamente da brezzadilago.





Da bimba, nella Settimana Santa, ricordo la mia nonna che mi portava al "Crocifisso a baciare".

E non ci si scappava. Era un gesto che, forse, allora non capivo.

Ricordo le lunghe file, interminabili per una bimba, per avvicinarsi, nei corridoi preparati dalla Confraternita per indirizzare alla salita, dietro all'Altare, in cima alla quale c'era questo Crocefisso di legno, che, mi raccontava la nonna, aveva spezzato le catene tanti, ma tantissimi anni prima, e che veniva venerato perchè aveva fatto un miracolo e che veniva esposto solo pochi giorni durante la Settimana Santa.

Ora sono cresciuta, nessuno mi obbliga alle lunghe file: è la devozione che mi fa stare lì, con gli altri, in attesa del turno.

E l'emozione, avvicinandosi, aumenta di anno in anno.

Il "Santuario del Ss, Crocifisso" di Como, è un punto di riferimento per i comaschi, da sempre. Le gallerie verso l'uscita sono ricoperte di ex voto, persone semplici, di una fede solida, che affidavano le loro richieste al Crocifisso, e che da Lui sono state ascoltate.

Nella Settimana Santa ci sono celebrazioni quasi ad ogni ora, sul sito della Parrocchia c'è il programma completo, e ho scoperto con immenso piacere per una che naviga a tutte le ore che si sono attrezzati: è nato un canale livestream dove poter seguire le celebrazioni: e penso ai malati, a chi da Como è lontano, e anche ai pigri ...

Al di fuori della Chiesa, lungo Viale Varese e Viale Cattaneo, c'è la "fiera di Pasqua" dove bisogna essere ben vaccinati per non fermarsi a comprare nulla: ci sono le bancarelle con i venditori dell'accessorio del momento dove la gente si accalca, compra e quando arriva a casa butta tutto, le bancarelle etno, quelle con gli animali.. un po' di tutto.

Gente di ogni tipo, tanta, tanta gente.
Perchè la tradizione vuole che prima si vada a "baciare" e poi a comprare, anche un piccolo oggetto.

I riti della Settimana Santa hanno il loro punto centrale nella Processione del Venerdì Santo ... ma di questo vi parlerò venerdì sera.

martedì 19 aprile 2011

Riflessioni

La prima cosa che ti toglie, la malattia, è il tempo.

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Il tuo tempo non esiste più: se lo dividono le decine di minuti di attesa al telefono, per prenotare una visita o un esame, i viaggi di andata e ritorno dai luoghi di cura, viaggi interminabili al ritorno, forse più che all'andata, le sale di attesa, le code per pagare i ticket, il tempo ad aspettare il proprio turno, le visite, le cure ... e quello che viene dopo le cure, per non parlare di quel tempo sottovuoto che è l'attesa di certi tipi di referto ...

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E quel tempo dilatato delle attese, in cui pensi e ripensi alla tua vita, a cosa avresti potuto fare se ti fossi preso tutto quel tempo perso in cose futili, ora che di tempo non ne hai più, quel tempo che ora passi a scrutare le persone sedute con te, a scambiarti le storie con loro, storie di malattie, di cure, e di attese... e di sconfitte.

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Quel tempo che, durante la malattia, è come aria velenosa che ti segue, sempre, anche quando riesci a lavorare, passeggiare, o provi a fare finta di diverirti, mentre il tempo si lascia respirare, e continua a misurarti ...

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(queste sono alcune riflessioni che mi sono venute in questi giorni, nei quali, per uno strano caso del destino, ho fatto fuori e dentro da ospedali e studi medici per un sovrapporsi fortuito di controlli di prevenzione, nei quali ho avuto pochissimo tempo per me, per il mio lavoro, ma, soprattutto, per i miei affetti; e nei quali ho molto osservato chi mi sedeva intorno, alzando di tanto in tanto lo sguardo da un libro che mi sono portata appresso per provare a comprimere il tempo dell'attesa ... p.s: sto bene :))

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Day 1


Day 1 , inserito originariamente da brezzadilago.

Ci sono fotografie che vanno al di là di un semplice scatto.
Catturano un momento.
Questo è un momento mio, molto intimo.
E' un nuovo inizio.

domenica 17 aprile 2011

Fondazione Minoprio


Fondazione Minoprio, inserito originariamente da brezzadilago.

Nei dintorni di Como, sulla strada che da Fino Mornasco va verso Lentate, una traversa (quasi nascosta), porta alla Fondazione Minoprio.


Il sito ufficiale contiene molte informazioni su questa struttura: vale la pena segnalare che è presente all'interno una scuola di formazione (dovessi rinascere ci farei un pensierino ..)e che la struttura è collegata con la Regione Lombardia .


C'è parcheggio comodo, e all'interno della struttura c'è un ristoro con panini, piatti freddi, insomma, qualcosa per una sosta.


Visitarla resta un'esperienza che non lascia indifferenti.


E' la seconda volta che percorro questi viali, la prima era stata nell'autunno di qualche anno fa. E primavera e autunno sono le stagioni migliori per una passeggiata in un verde che ricorda i giardini di altri tempi.


Piante, fiori, prati, fontane, non si smette mai di meravigliarsi, e le serre, le strutture e laboratori organizzati (le api, a parer mio, su tutti).


Ci si passa tranquillamente una intera giornata, anche se, per quel che mi riguarda, una mezza giornata è sufficiente.


Ci sono visite organizzzate che partono dall'ingresso a diverse ore della giornata, indicativamente, nel periodo delle domeniche e festivi, esclusa Pasqua, sono alle 11.30, 14.30, 15.30, 16.30, ma conviene sempre informarsi con una telefonata o una mail; altre attività riguardano i laboratori, il medico delle piante e attività organizzate con piccoli contributi spese.


Ma lo spettacolo, secondo me, è lasciare spaziare la fantasia tra i colori, la luce, i profumi, le apine laboriose, passeggiare, meravigliarsi e rilassarsi.


Se poi, come me, qualcuno fosse appassionato di fotografia, questo diventa il nostro Paradiso ...


Tulipani

Tulipani


Tulipani, inserito originariamente da brezzadilago.

venerdì 15 aprile 2011

Boldini e la Belle Epoque a Villa Olmo


belle epoque villa olmo, inserito originariamente da brezzadilago.

Ero prenotata per stasera, per una visita di gruppo, guidata.


E puntuali, alle 20.20, siamo partiti in questo viaggio nella fine '800 inizio '900, in una Parigi che sento di desiderare di visitare sempre di più.


Alla fine di una giornata devastante non avevo davvero voglia di infilarmi in un'ora e un po' di spiegazioni, quadri, guida ... Ma l'arte è cibo per l'anima, e in certi momenti si assaporano colori, immagini che nutrono e che ritemprano.


La storia di Boldini e la Belle Epoque, attraverso i suoi quadri, e i suoi quadri attraverso la storia della sua vita: la nostra guida, una bravissima Manuela, ci ha incuriosito, ci ha trasmesso un po' della sua passione per la pittura, ci ha infilato dentro i quadri, ci ha dato le spiegazioni che ci servivano senza mai annoiarci, dandoci semplicemente le istruzioni per la lettura, lasciandoci liberi di immaginare, vedere, intuire, leggere i quadri che la mostra propone. Un'epoca di lusso (di pochi), in cui l'aria di Parigi impregna i quadri dei pittori che la frequentano.


La storia di Boldini, delle sue donne (tante), degli amori, della ricerca, la pennellata a sciabola, il movimento, quadri che sembrano seguirti, ritratti, donne bellissime, sensuali, vestite e non.


Boldini, per intenderci, è quello del famosissimo ritratto di Verdi (che alla mostra non c'è).


Io so poco, se non nulla, di storia dell'arte. Ma so cosa può fare l'arte a un'anima svuotata: può riempirle il cuore.


Boldini ha colori, sentimento, bellezza. E Villa Olmo, con la sua esposizione, è questo che mi ha mostrato.


Sulla bellezza della Villa non dico nulla, solo perchè ne ho già parlato qua, ma un occhio ai quadri e uno alla villa, e la visita vale il prezzo del biglietto.


Un po' di info si trovano qua sotto, che è la foto della locandina, altre direttamenete sul sito grandi mostre como clikkando qua.





boldini info


Uh, dimenticavo! Il mio quadro preferito?


Se volete sapere chi è, dov'è, perchè, com'è ... andate alla mostra :)


Update: i parcheggi ...


C'è un parcheggio a pagamento appena fuori da Villa Olmo, ma è piccolo e, nei festivi o negli orari di punta è praticamente impossibile parcheggiare.


Ce ne sono alcuni intorno a Villa Olmo, sulla strada, ma è sempre un numero anche lì ...


Se vi va di fare una bella passeggiata (una mezz'oretta), conviene mettere l'auto all'Autosilo Ex Zoo (ne parlo qua), all'uscita andare in direzione lago verso il Monumento ai Caduti, girare intorno allo Stadio Sinigaglia, percorrere la passeggiata a lago, tutta fuori dal traffico, e si arriva a Villa Olmo.

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