domenica 31 maggio 2009

Dancing (queen)


Musica, musica e ancora musica al matrimonio di Alice e Matteo.
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Arpa e flauto traverso in chiesa, con l'Ave Maria di Gounot, dopo la comunione, che ha tolto il fiato a parecchi in Chiesa;
Quartetto d'archi al ricevimento, che suonavano di tutto, dai Beatles a Zucchero, ai Queen, alla famiglia Addams;
Cantante from Malta, credo parente di Alice, che, durante la cena, ha letteralmente tenuto da solo la scena con solo la chitarra e la sua voce, e ci ha fatto ballare e cantare.
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Alice, maltese, che ho sempre chiamato "Alis", da quando sta a Parma è diventata "Elis", che adesso la chiamano tutti così, è arrivata in Italia, dieci anni fa almeno, con una borsa di studio per studiare arpa al Conservatorio di Como. Era già laureata al suo paese in pianoforte. Da Como si è trasferita a Parma, per studiare con una delle migliori insegnanti in Europa di questo strumento.
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Mi aspettavo un matrimonio in musica, ma il matrimonio di Alice e Matteo ha superato ogni aspettativa, un matrimonio letteralmente "volato via", tanto che l'ora di tornare a casa è arrivata troppo presto.
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Ho lasciato Alice che ballava il rock, nel suo vestito da sposa, scatenatissima.
Ho lasciato Villa Borri con un sorriso tenero negli occhi ...
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venerdì 29 maggio 2009

Alla mia amica Alice, che domani sposa il suo Matteo

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(credo arrivi da qua)
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Piccola nota: Alice (detto Alis) from Malta, era la mia insegnante di inglese qualche anno fa: ora, io sono un po' arrugginita sull'argomento, ma siccome vorrei stampare questa cosa e consegnargliela con il regalino, sono sicura che la leggerà e troverà errori, se ce ne sono. Se qualcuno che ne sa ne trova, mi mette un commento di seguito così non mi faccio trovare impreparata? ;)

giovedì 28 maggio 2009

Ale, nove mesi

... che gattona, non ha ancora i dentini, e mi viene incontro con un sorriso così ...

mercoledì 27 maggio 2009

Parada par tucc


Parada Par tucc, nata dall'idea della Parata di Bruxelles che rivive ormai da parecchi anni nella Parata di Bologna.
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E ora arriva a Como.
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Ho avuto il piacere di assistere allo "sbarco" di questa idea a Como: Stefano Martinelli l'ha proposta al Csv in un consiglio sotto Natale (ricordo che poi siamo andati a cena dagli alpini) ed ora è quasi realtà.
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Sabato pomeriggio, 30 maggio 2009, a partire dalle 14.00 da Via Milano Alta, si snoderà questo strano corteo, una "Parada" per le vie della città, attraverso Porta Torre, Piazza Cavour, per finire ai giardini a lago.
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Purtroppo non ci sarò, si sposa una carissima amica a Brescello e ci tengo troppo ad esserci, ma sono orgogliosa di quello che la mia Como è riuscita a mettere insieme: tanta gente che collabora per qualcosa che nemmeno sa come verrà, perchè Como non è Bologna, tanto entusiasmo al punto che ogni giorno nuovi gruppi chiedono di unirsi e partecipare, tanto lavoro prima durante e dopo, laboratori e gruppi che si preparano per presentare diverse attività e fare partecipare chi andrà a vederli.
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E' la gente che scende per strada, che ricomincia a guardarsi in faccia, che parla con il vicino e commenta anche se fino a un secondo prima non sapeva chi fosse, che si riappropria di spazi rubandoli alle auto.
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Che dire? Se siete di Como e dintorni, una capatina ce la farei.
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E se proprio non vi interessa, almeno siete avvisati, non passate di lì proprio a quell'ora così, magari, riusciremo ad evitare che una bella manifestazione sia coperta dalle polemiche del giorno dopo sul traffico bloccato ...
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Ci sono dei giorni ...



... che Como è bella da togliere il fiato.
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Oggi è uno di quelli
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(immagine dalla webcam di Centro Meteo Lombardo)

Bretelle [Sfogo MODE ON]

Questo è un post di sfogo, che probabilmente interesserà solo i comaschi e chi a Como è capitato in questi due giorni infernali.
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C'è una "bretella" ovvero una specie di miniviadotto che collega la Canturina con l'Oltrecolle, due vie ad altissima percorrenza di auto, autotreni, insomma, traffico pesante in tutti i sensi.
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Ieri mattina era chiusa, senza preavviso: gli autotreni che arrivano dall'autostrada e si dirigono verso Lecco e Bergamo, dovevano transitare per una vietta (la via Donatori di Sangue), dove a malapena passano due auto.
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Premesso che la sicurezza viene prima di tutto, e che se questo viadotto era a rischio di crollo (è una strada che ha 7 o 8 anni di vita) hanno fatto bene a chiuderlo, ma, mi chiedo, era proprio necessario in questi termini, senza avvisare, non si poteva aspettare e lavorare di notte ...
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Chi ha provato ieri a raggiungere Como dalla direzione di Camerlata, e viceversa, si è trovato sotto i 35 gradi all'ombra a fare code interminabili, con vigili che si sbracciavano per quanto potevano.
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Alla tv locale e nei quotidiani locali nessuna comunicazione, anche se, pare, la chiusura è stata decisa alle 10 di sera (o forse non l'ho trovata io la comuncazione).
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Il Comune di Como, di solito, manda un sms per avvertire di questi disagi: nulla (o, almeno, io non l'ho rievuto).
Sul sito del Comune, ad oggi, non sono riuscita a trovare nessuna segnalazione.
.Solo su ciaocomo è comparsa la notizia dopo che il fattaccio era successo.
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Lo dico e lo ripeto: siamo nell'era della comunicazione, possibile che ci si debba ridurre ancora in questo stato?
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[Sfogo MODE OFF]

domenica 24 maggio 2009

Malinconia

E' malinconia far passare il tempo...

Vivere qualcosa di magnifico
e trattenere la magia di quell'attimo
per riviverla, intatta
negli occhi che brillano
di chi ti ha aspettato
ed ora ti sta ad ascoltare.

E' malinconia la passione
quanto tutto il resto non conta ...

mercoledì 20 maggio 2009

Mezzogiorno a Milano

Ieri ero a Milano, per uno dei convegni di aggiornamento che mi tocca fare se voglio capire qualcosa delle novità fiscali, societarie, civilistiche e chi più ne ha più ne metta che fanno annegare quelli che fanno la mia professione.
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Ero con un amico che mi ha invitato a pranzo, e siccome di Milano conosco qualcosa ma non tantissimo, era ovvio che si andasse dove diceva lui.
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E sono capitata, in zona stazione centrale, in questo strano "posticino", che poi posticino non è, che dentro è grandissimo (oltre 1000 mq).
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Si chiama "Ristorante XIER", e non mi danno nessuna provvigione per scrivere, anzi, credo non lo sapranno mai che c'è questo post. Però mi ci sono trovata bene, e sono di gusti difficili, se mi ci metto. E' un ristorante italiano/cinese, dove si mangia di tutto, dal pesce alla griglia, alle verdure, al sushi (o saschimi boh?), al wasabi, alla carne, ai dolci, tutto insomma. Ci sono un sacco di cinesi tra il personale e anche tra i clienti, e l'ambiente e il cibo, per un attimo, fa pensare di essere a Pechino.
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Si spende poco (12 euro a mezzogiorno) e nel prezzo ci sta tutto quello che si riesce a mangiare, con un'unica regola:
"non si avanza nulla, quello che metti nel piatto lo devi consumare, altrimenti ti applicano una maggiorazione da 5 a 20 euro", la mia nonnetta avrebbe detto: "sa trasa no!"
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E questa cosa, educativa, mi ha impressionato, molto, molto favorevolmente.
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Quindi, la prossima volta, ci torno :)

martedì 19 maggio 2009

Astronomy picture of the day


Tra i siti che seguo da più tempo c'è Astronomy Picture of the day.
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Credo siano circa nove o dieci anni che, tutti i giorni, questo sito mi regala immagini fantastiche, è stato uno dei primi siti che ho inserito nei feed di bloglines
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Ci sono delle volte che mi ci perdo a sognare, non nel senso che sto lì ore a guardare, ma nel senso che vedo una foto e me la porto dentro tutto il giorno.
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Come questa, che metto qua.
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C'è un posto al mondo che desidero così tanto vedere che non ci vado ...
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Lo so, sembra una contraddizione. Ma quel viaggio che è nato e sta crescendo dentro di me è il "mio viaggio", quello che sto componendo da tutta una vita, da quando, a sei anni, ho cominciato a studiare inglese dalle suore con la mia maestra di inglese che si chiamava Longato Fausta (lo so che va prima il nome che il cognome, ma per me lei era "LongatoFausta" tutto attaccato), con un giradischi per sentire la pronuncia, con le canzoncine da preparare per il saggio.
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Ed è da allora che sogno di metter piede in Great Britain, ma soprattuto in Scozia.
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E quando ho visto questa foto, che photoshop le fa un baffo, ho cominciato a sognare, e questo sogno lo giro anche a chi ha avuto la pazienza di leggermi sin qui ...
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Dal sito:
Moon Rays Over Thurso Castle
Credit & Copyright: Stewart Watt
Explanation: What's happening over that castle? While waiting for the Moon to rise last month in Thurso, Scotland, amateur astrophotographer Stewart Watt took a three minute exposure of the background stars. The above image was the surprising result. Patchy clouds in front of the rising moon created crepuscular rays streaming across the night sky in spectacular fashion. In the foreground is a stone tower from Thurso Castle, a 12th century fortress augmented in the 17th century. Above the crepuscular moon rays are stars, many from the constellation of the Lion (Leo). Visible to the right of the tower is the planet Saturn

Saper dire basta

C'è un momento in cui bisogna dire "basta".
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Basta perchè ti ho dato troppo, perchè mi hai dato troppo, e perchè troppo ti ho tolto e troppo mi hai tolto.
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Un basta in certe amicizie, in certi amori e in certi rapporti che non sono ne' una cosa ne' l'altra, e che non hanno più senso di esistere.

Forse è sufficiente dirsi la parola "fine", per conservare quello che di bello c'è stato, anche se le strade si dividono per difendersi, ma il pezzo di strada che si è fatto insieme ci ha arricchito.

Bisogna saper "lasciare andare" le persone, anche se brucia e fa male,

Per mantenere negli occhi e nel cuore quel sorriso che illuminava, quella serenità che arrivava dal solo fatto di stase seduti, accanto, senza dire nulla, semplicemente ascoltando il respiro.

Senza rancori, senza rabbia. Per vivere, ancora ...

lunedì 18 maggio 2009

(Il mio) Wolfram Alpha

Ecco a cosa serve (anche) il nuovo motore di ricerca Wolfram Alpha:
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che il lago di Como è profondo 410 metri, e sapere che da la risposta giusta è già confortante
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Però è divertente questo nuovo giochino!!

Saper dire grazie

Un grazie speciale a Andrea, Gaspar, Valentina e, non l'avrei mai pensato, anche a mia mamma.

Loro sanno perchè ...

Tango (Roxanne, da Moulin Rouge)

Tango.

"IL" ballo, quello più bello, più sensuale, soprattutto più difficile, almeno per me.

Quando andavamo a scuola di ballo, è stato il ballo che abbiamo imparato per ultimo, non perchè lo avessimo lasciato per ultimo, ma perchè proprio non ce la facevamo a mettercelo in testa.

Ricordo il maestro che ci contava il tempo, infinite volte.

C'è voluto un intero inverno per "capirlo", sentirlo dentro.

E quando, finalmente, l'ho capito, soprattutto per averlo ballato un miliardo di volte con il maestro, una maledetta infiammazione al piede mi impedisce di ballarlo, che, ballare con i piedi non a posto non è proprio il massimo.

Quindi, quando sento quella musica, quel ritmo, mi incanto a guardare, magari anche solo il tempo di un pezzo di you tube, nel mio "apple time" o pausetta merenda del pomeriggio ...

martedì 12 maggio 2009

Nella tempesta - A storm is going to come

Non si trovano mai le cose nel luogo in cui dovrebbero stare.

Avevo bisogno di una canzone che mi scaldasse il cuore, che tra ieri e oggi non è che sia andata a meraviglia.

Avevo bisogno di un qualcosa per capire come uscire da una certa nuvola nera che ogni tanto appare sopra la mia testa... e poi scompare ... e poi riappare.

Poi qualcuno mi ha suggerito di ascoltare Piers Faccini, e la nuvoletta, per un po', se ne è andata ...

And a storm is gonna come (find a heaven, find a shelter)

A storm is gonna come (find a port, find a harbor)

A storm is gonna come (find a friend, find a lover)

A storm is gonna come (find a sister, find a brother)

The Storm Is Gonna Come

domenica 10 maggio 2009

..... zucchero filato

Sono a Catania airport, aspetto l'imbarco.
Dai vetri, in lontananza, vedo l'Etna, in un cielo che, mi dicono, raramente e' cosi limpido la sera.

L'Etna mi ha accolto quattro giorni fa, facendo capolino dal finestrino dell'aereo, coperto di neve, con poche nuvole e qualche sbuffo a fare da aureola.

Mi ha fatto compagnia in questi giorni, un gigante che si vede quasi da ogni punto dell'isola che ho visitato.

Era carico di neve al mio arrivo, ora che torno a casa buona parte si e' sciolta perche', pare, in questi giorni e' davvero cominciata la primavera.

E i miei pensieri, in questa ora di attesa, vanno alle tante cose che ho visto, alle persone, ai sapori, agli odori, a quel groppo in gola che non mi molla da quando ho fatto il check in e sono entrata agli imbarchi.

E le immagini si sovrappongono nella mente, dalla ferrovia, la circumetnea, che sembra apparire e sparire in continuazione mentre si passa attorno al vulcano; al gelato ai pistacchi di Bronte, "piccola" deviazione dellla strada verso Patti, preso in quel baretto che sembra non dire nulla e che dentro, a servire c'e' un ometto con i baffi (parola di Pico), alla discesa verso San Piero Patti, dove le montagne non sono colline e le colline non sono montagne; al Caffè' Galante, al gelato al riso nero di Patti, che non si puo' spiegare che gusto e', si puo' solo provare, a Tindari dove c'e' un santuario con la Madonna nera e degli scavi archeologici immersi in un parco che arriva al mare con le terme e un piccolo anfiteatro; a Taormina, ai suoi balconi, al suo corso dove non ho resistito a strisciare per portarmi a casa una collana di pietra lavica e al Teatro Greco romano dove.mi sono finta una statua per una foto, e dove ho guardato il mare con un sole che scaldava il cuore; a Roccalumera, che e' un paese lunghissimo lunghissimo che non finisce mai; a Acireale dove si mangia bevendo acqua con i Verdelli e ad Aci Trezza di cui ho gia' detto tutto; a Siracusa che dire che e' "solo" bella sembra quasi di prenderla in giro, dove vai al Teatro Greco e ti trovi in una grotta che da sopra ti spiano tutto quello che dici, che vai al porto e c'e' un'acqua che sembrano i Caraibi, che vai all'Ortigia che e' una citta' nella citta' che sembra tutta un ricamo e, ti sembra di esser sazia per le mangiate pantagrueliche dei giorni precedenti, ordini spaghetti ai ricci di mare e mangi come se fossi digiuna da giorni.

E le persone ti restano nel cuore: Pico del Caffè' Galante, Franco che si e' fatto in quattro, e che e' stato lo splendido organizzatore del convegno di studi Unagraco (che era poi lo scopo primo dello sbarco in Sicilia), Alberto che si e' fatto Caltagirone / Roccalumera e ritorno per passare una sera a cena con la sua presidente di commissione, Salvatore che oggi ci ha ospitato nella "sua" bellissima Siracusa e tutti gli amici/colleghi con cui ci siamo conosciuti, riconosciuti e fatti compagnia nei giorni del convegno.

E poi c'e' la Sicilia che non mi aspettavo: arrivando in aereo ricordo di aver guardato quest'isola dal finestrino e di aver fatto un pensiero "questa terra potrebbe pure stregarmi".

La Sicilia mi ha riempito l'anima, nelle mie prime ore trascorse in questa isola, al punto che per due giorni non sono riuscita a scrivere nulla, e fermavo le emozioni fotografando il bello che vedevo.

La Sicilia che volevo vedere, dove sono arrivata per la prima volta nella mia vita e che ora sento la "mia" Sicilia che ha, per me, l'odore dello zucchero filato...

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Caffè Galante a Patti

Non ricordo quando ho cominciato a sentir parlare del "Caffè Galante", di Patti, sicuramente circa un annetto fa, nell'ambito del progetto Kublai.
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Ricordo che la prima cosa che mi colpì era il nome "Galante" che mi faceva ricordare certi gentiluomini di altri tempi che, si pensa, non esistano più se non in certi libri o in certi quadri.
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Ho visto tante cose di questo posto, ho visto le foto, i filmati, ho visto il progetto di Pico, l'analisi, ho seguito il coaching: insomma, avrei dovuto conoscerlo ...
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E invece no: quando ho messo piede in questo piccolo delizioso locale mi sono sentita come se entrassi in un quadro che, nei primi decenni del secolo scorso è stato preso, impacchettato e messo in soffitta e che oggi, nel 2009, viene riportato alla luce.
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La luce, i colori, gli odori, la voce di Pico che raccontava le storie, tutto mi è sembrato fare parte di una rappresentazione di cui mi sono sentita una "coccolata" protagonista.
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Entri nel Caffè Galante e ti sembra di sentire le voci dei tempi che furono, ti aspetti di vedere Quasimodo nell'angolo che si ferma per una pausa, guardi fuori e vedi da lontano un mondo che pensavi non esistesse più, con le prime automobili, i baffi impomatati e quel movimento di persone che riempiva di vita i piccoli paesi.
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Ti siedi al tavolino e immagini il nonno di Pico dietro a quel magnifico bancone, a preparare i dolci con le ricette delle monache, raccolte ordinatamente in piccoli libricini scritti con quella scrittura gentile che i nostri pc non riusciranno mai ad imitare, ti guardi negli specchi e ti vedi vestita come allora, con i capelli raccolti e un ombrellino per il sole.
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Scendi al piano di sotto e vedi enormi montagne di neve, trasportata dalle montagne vicine e conservata nelle cantine che facevano funzione di frigorifero, e vedi i mastelli per i gelati. Guardi su e vedi genti operose che, con la carrucola fissata al tetto, portano su e giù il necessario per produrre gelati e dolci.
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E senti tanti profumi, e vedi tanti sorrisi, tanta genuinità nella gente che entra ed esce dal Caffè.
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Ed è così che, senza nemmeno accorgermi, mi ritrovo dietro il bancone, sorridente, ad aspettare i nuovi clienti che entreranno ...
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sabato 9 maggio 2009

Aci Trezza


Sono partita da casa con in mente questo nome: Aci Trezza.

E non so perche', se mi deriva da qualche ricordo di scuola, o se e' il nome che mi suona bene, o se per le foto di Mario che ogni tanto "prendo a prestito per raccontare le mie emozioni".

Fatto sta che ora sono qui, seduta sui sassi del porto, con di fronte a me il paese, sotto a me il porto e intorno un mondo di pescatori, ragazzi a prendere il sole, turisti, moto e macchine.

Ma soprattutto un mondo di colori, di tutti i colori ma con un azzurro che domina su tutto, l'azzurro del mare, del cielo e delle barche di Aci Trezza, un mondo di suoni, di dialetto siculo, di motorini "si va in due ma uno non mette mai il casco", di rumore del vento nelle orecchie, di risa e chiacchiere di ragazze che amoreggiano, di salti giu' dal molo per scendere, di vento che passa nelle sartie delle barche (si chiamavano sartie? Mah...).

Un mondo di rumori sopiti dei motori delle barche, di rumore di operosita' soffusa, che non balza all'occhio ma che si vede appena lo sguardo si sofferma, fatto di secchi di vernice fresca di fianco a una barca, di uomini con la pelle color cuoio (che non credevo davvero esistessero) e il viso attraversato di rughe che paiono piccole colate laviche, del suono della campana della chiesa che si apre sul porto e lo domina e che mi pare di immaginare con gli occhi dei pescatori che tornano dal mare grosso e guardano a lei come la lampada che finalmente rischiara il buio della paura del mare.

Un mondo con il sole che scalda la pelle, con i sassi che pungono e i Ciclopi che sbucano al di sopra delle spalle, come sentinelle del mare.

Un mondo in cui il richiamo del mare, l'odore del mare puo' far girare la testa.

Un mondo dove e' bello perdersi, anche solo il tempo necessario per scrivere questo post...

(Stasera aggiungo una foto... Se sono venute come spero...)
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My first Sicily


mercoledì 6 maggio 2009

Quasi un anno fa







Lacrime che nascono da un cuore

prigioniero in uno spazio senza tempo



Imbavagliato da sogni

annodati da lacci di seta
troppo stretti.


(foto di Voirella)
Nota: sto facendo pulizia dell'archivio del blog, e mi spiaceva eliminare questo post, mai pubblicato.

MateraCamp 2009 - a card for me

Alle mie amiche poco 2.0 che vogliono vedere, sentire, capire cosa ho fatto al Materacamp.

Non fosse stato per quella disgrazia di valigia persa che non arrivava mai l'avrei già scritto giorni fa.

Quindi: Sono stata bene; ho abbracciato sorellina mia di Matera; ho camminato nei prati di Lucania, in mezzo all'erba alta e senza avere la solita fobia delle bisce,, ho visto chiese rupestri e passeggiato nei Sassi di Matera; sono stata seduta sui gradini della Cattedrale di Matera, che sui gradini del Duomo di Como non avrei mai avuto il coraggio di farlo; ho mangiato una quantità spropositata di peperoni cruschi, ma non ho avuto il coraggio di Marileda di pucciarlo nell'espressino freddo, che l'espressino freddo l'ho gustato al bar sopra la Mediateca sopra il Materacamp, e l'ho bevuto anche se non bevo caffè; ho mangiato specialità materane offerte da una terra dove la gente è generosa e si aspetta solo un grazie, un sorriso e una stretta di mano; ho conosciuto i ragazzi della Mediateca e pensavo di essere a Milano per quanto erano sprintosi nel lavorare e organizzare; ho dormito nei sassi, per la terza volta nella mia vita, e ci tornerei domani; ho fatto colazione con Clarita, guardato le vetrine delle scarpe (viola, ma siamo delle vere Becky noi due), ho pranzato da Clarita appena arrivata, che non mi poteva proprio vedere andare a mangiare il panino al bar, la mia sorellina; ho fatto foto a tutti, ma proprio a tutti, ma la foto a Giovy, che avevo pure un debito di riconoscenza per quella fantastica che mi ha fatto lo scorso anno, quella proprio non mi è venuta... si vede che dobbiamo rivederci; ho riso come una matta con le mascotte del gruppo, i ragazzi di GigiCogo e di Manfrys e il piccolo Davide, che nella passeggiata in mezzo ai prati di Lucania mi avrà chiesto i cento perchè e ha coraggiosamente superato due vitelli e un toro con la mano nella mia, ho riso di cuore quando il bimbo di Manfrys mi ha "offerto" 20 centesimi per farmi smettere di fare foto al loro tavolo; ho rivisto la Queen (Catepol, ma lo sanno tutti), che non avevo potuto incontrare quando è passata da Como qualche tempo fa, e che, con Clara, è stata una delle splendide organizzatrici del MateraCamp; ho conosciuto Nicola Greco, e sono convinta di aver fotografato il sorriso di un quasi sedicenne di cui sentiremo parlare ancoraM; ho mangiato la torta dei quattro anni di Osama Bin Davide e la torta del Materacamp; ho rivisto i ragazzi blogger che avevo conosciuto a Capodanno a Matera e sono anche riuscita a fare "la" foto a IoMedesimo, con tutto lo stress che gli ho fatto patire; ho promesso a SimplyGiulia che la prossima volta che passo da Bologna mi faccio sentire; ho visto il filmino di Gianfranx che faceva la cresima, che ero troppo devastata per andarlo a vedere di persona; ho riso come una matta con la coppia Francesca / Marileda o Marileda /Francesca, perchè sono speculari;, ho fatto ciao con la manina libera, che nell'altra avevo il gelato, a Daniele che vedeva me e Clara in mezzo alla piazza di Matera e che ci ha fatto la fotina; ho visto tanti mani di blogger stringersi, tanti occhi sorridersi, tante coppiette e tante famiglie; ho ascoltato qualche speech, ma proprio qualche; conosciuto tante tante persone che avevo solo letto; ho perso la valigia e me l'hanno ritrovata, che non ci credevo che non se la spazzassero e faccio mea culpa per aver pensato male; ora ho sicuramente dimenticato qualcosa di "fondamentale" ma sono così tante le esperienze, le persone ... ;ho preso un aereo all'andata, pensando che sarebbe stata una bella esperienza e ne ho preso uno al ritorno, chiudendo gli occhi senza riuscire a ripensare a tutto il tanto che ho vissuto in soli tre giorni.

Ciao Matera, arrivederci ...

(ovviamente non riuscirò mai a mettere nemmeno un link...)

lunedì 4 maggio 2009

Brezza di lago


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Respiro leggero di brezza di lago
di aria di vita che soffia sul viso.
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Tepore sottile di sole di primavera
di raggi di luce che attraversano il lago.
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Riflessi sul lago ricordi di amori finiti
che tagliano il cuore a metà.
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Storia di questa foto:
una sera stavo andando a conoscere Lilla, la vampira di Nod, e avevo con me la Niki.
Ero anche in ritardo, che la strada del lago non perdona mai, figuriamoci al venerdì pomeriggio.
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Pioveva "chediolamandava", tanto che ero persino in dubbio se rimandare, ma Lilla sarebbe tornata a casa il giorno successivo.
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A metà lago, davanti all'Isola Comacina, il temporale aveva smesso, non del tutto. C'erano goccioline nell'aria e questo stupendo arcobaleno in mezzo al lago, e questa luce magica che tagliava le nuvole e andava a spalmarsi sul paesino sull'altra sponda del lago.
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Tardi per tardi, ho fermato l'auto in un parcheggio, sono scesa, e ho scattato una delle foto che più amo del mio lago ... questa.

domenica 3 maggio 2009

Sfiga 1.0 ... quanto speravo di non fare più un post così ...

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Perchè era troppo bello per essere vero, che riuscivo a rilassarmi tre giorni in santa pace.
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Quindi, bisognava rimendiare. Ci hanno pensato i solerti dipendenti e/o collaboratori dell'Aeroporto di Bari, che oggi mi hanno perso la valigia.
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E si ricomincia con l'attacco compulsivo al sito della seahandling...
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Posso dirlo? che palle ....

La mia Matera


Perchè la notte di Matera ti canta la ninna nanna ...
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venerdì 1 maggio 2009

Back to Matera


Sono tornata a Matera per la terza volta in un anno.
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Ed è sempre magica, con le sue casette che sembrano tutte uguali e non ce n'è una nemmeno simile all'altra, con i suoi silenzi interrotti dagli uccelli che vivono nei sassi, con le sue luci alle finestre che, all'imbrunire la fanno assomigliare ad un presepe che dura tutto l'anno, con le sue strade ciottolate, le sue salite, le sue scale che lasciano senza fiato, con la sua gente, i capannelli di persone in Piazza Vittorio Veneto, la sua luce, bellissima in una giornata di pioggia come in una giornata di sole.
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Con Clara, che mi aspetta a braccia aperte e mi fa sentire a casa ...