giovedì 11 febbraio 2010

I luoghi dell'orrore

Mi chiedo come reagiscano i luoghi all'orrore.
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L'omicidio di G. Brambilla avvenuto per mano di A. Arrighi a Como ha lasciato raccapriccio, e in città se ne parla ancora, e parecchio.
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E' tutto un susseguirsi di voci, notizie, testimonianze di chi conosceva uno, o di chi conosceva l'altro, o di chi conosceva tutti e due.
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Como, Senna Comasco, come luoghi dell'orrore.
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Non sto a ripetere cosa sia successo, è così orribile che, per chi non lo conoscesse può andare a recuperarlo nei link che rimandano alla Provincia di Como.
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Ma mi chiedo come si possa "sopravvivere" e ripercorrere quei luoghi senza provare un senso di disgusto, come si potrà ricominciare a calpestare quel luogo che è stato testimone di tanto orrore.
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Quanta della nostra memoria è legata a quel pezzo di terra, a quelle quattro mura. Per me sarà impossibile, per non so quanto tempo, passare davanti a quella pizzeria e non pensare a cosa ci stavano facendo, o passare davanti a quel negozio e non immaginare l'arma che spara.
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Sono luoghi che si conoscono, luoghi pubblici.
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Quanto tempo dovrà passare perchè quei luoghi possano sopravvivere all'orrore?
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1 commento:

Alliandre ha detto...

Ho pensato le stesse cose. In quella pizzeria sono stata una sola volta, ma l'Arrighi l'ho conosciuto, e ogni volta che si passava per via G. ci si fermava a guardare le vetrine, ché tra me e il marito softgunner si sbava sempre davanti ai coltellini svizzeri (e ai gps, e le bussole, e altre amenità varie). M'era parso una persona normalissima, e molto competente. Chissà che gli è scattato in testa... son rimasta senza parole :-(