venerdì 14 agosto 2015

Bar Frey, Albate

Vivo nel quartiere di Albate da quando sono nata.

E da piccina ricordo le due grandi fabbriche di Albate: l'Omita, fabbrica di telai dove lavorava metà della mia famiglia, e la tessitura  Frey, dove lavorava l'altra metà.

Negli anni '80 con l'avvento delle prime crisi, sia l'Omita che la Frey chiusero, ma, mentre l'Omita si è riorganizzata in centro industriale, la Frey ha avuto minor fortuna, fino a che, circa cinque anni fa, si è dato il via a una operazione immobiliare nella quale l'intera fabbrica è stata abbattuta per lasciare spazio a nuove abitazioni, negozi, una banca.

Da piccina ricordo le sirene che suonavano all'inizio e alla fine dei turni di lavoro, ricordo le file di operai e operaie che andavano a lavorare, gli uomini all'Omita, a costruire telai, e le donne al Frey, in tessitura. In pratica ogni famiglia, in Albate, aveva qualcuno, e spesso più di uno, occupato in queste due fabbriche.
Frey e Omita hanno portato benessere alla nostra Albate, ma senza fare mai perdere quel senso di unità di paese, di parrocchia che ancora ci distingue all'interno del Comune di Como in cui Albate è confluita nel 1943.

L'Omita, almeno come struttura industriale e immobiliare esiste ancora. La tessitura Frey non c'è più.
Di tutto il complesso sono rimasti due grandi alberi intorno ai quali è nata la piazza di Albate, che è forse una delle più grandi di tutto il Comune di Como.

E a questa piazza verrà dato il nome "Piazza del Tricolore". Nome bellissimo, non discuto, ma, mi chiedo, perchè non averla chiamata "Piazza Frey"?
Un pezzo di noi che verrà dimenticato.

E allora ringrazio un albatese che in quella piazza ha aperto un bar, un bel bar davvero, ha "stampato" su una parete la fotografia di quella fabbrica e ha chiamato il suo bar,  "Bar Frey".

Andateci, vi porterà a fare più di qualche riflessione.

E il caffè è buono!

Bar Frey, Albate Como


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