venerdì 26 marzo 2010

Il peso della farfalla

Poi uno dice le coincidenze.
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A gennaio, di ritorno dal KublaiCamp, mi ero soffermata in una edicola di Fiumicino, perchè avevo voglia di leggere un libro ma ne volevo uno piccolo e leggero, che quelli grossi e pesanti li riservo al divano di casa.
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E avevo visto questo "Il peso della farfalla" di Erri De Luca. Come si fa sempre, ho letto la copertina, l'ho sfogliato un attimo, ho letto una frase che mi ha colpito. Poi la stanchezza e un certo mal di testa hanno avuto il sopravvento e ho comprato una di quelle riviste femminili piene di vestiti, scarpe e fotografie.
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Ieri ero ancora a Fiumicino, di ritorno da un impegno con la Commissione del Cndcec, e sono entrata in un'edicola, un'altra, questa era nel settore B mentre quella di gennaio era nel settore C.
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Ed era lì che mi guardava, questo libretto. L'ho risfogliato, l'ho leggiucchiato (che se l'aereo avesse tardato potevo pure leggerlo tutto), e l'ho preso.
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Prima di Linate era finito, e avevo già ricominciato a leggere i pezzi che mi piacevano di più, cosa che ho già fatto ancora in pausa pranzo oggi.
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Insomma, uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi anni: tenerezza e poesia, una storia che si capisce già alla riga 3 come andrà a finire, eppure che lega, che appassiona al punto che alla fine mi è rimasto un che di malinconia addosso, quella malinconia che me lo farà rileggere decine e decine di volte, fino a che non avrò impressa dentro di me quella "bianca farfalla stampata a ghiaccio sul corno sinistro del camoscio" , quella farfalla che appoggiandosi sul corno sinistro ...
" ... Fu la piuma aggiunta al carico degli anni, quella che sfascia" ... "Il peso della farfalla gli era finito sopra il cuore, vuoto come un pugno chiuso".
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Dicevo: poi uno dice le coincidenze. Quella farfalla mi ha aspettato, e mi si è posata addosso.
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Indimenticabile, per me.
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