E si torna a casa.
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Una settimana è un tempo breve per conoscere un posto, ma ci si può già cominciare a fare un'idea.
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Ho seguito la storia di Malta negli ultimi dieci anni, per la bella amicizia con Alice: con lei ho vissuto il referendum per l'annessione all'Europa e l'entrata nella Cee, quando da extracomunitaria è diventata la mia vicina di casa.
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Ed ero curiosa di vedere questa isoletta, tanto carica di storia, dalle grotte Ipogeo di 5000 anni fa, alle vicende più recenti dei Cavalieri di Malta, alla dominazione inglese, all'indipendenza.
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E volevo vedere la natura, quella soprattutto che sta al nord, sulle immense distese e le belle spiagge che spero verranno preservate dal turismo selvaggio, quello che fa costruire alberghi di infiniti piani. Ho camminato per ore in questi spazi immensi, dove l'unica compagnia sono il vento e il rumore del mare, dove i pensieri sono liberi di andarsene per conto loro, senza incontrare ostacoli.
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E volevo "assaggiare" Malta, i suoi cibi, i suoi sapori: ftira, mquari, coniglio all'aglio, accidenti quanto aglio e cipolla ho mangiato in questi giorni ...
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E volevo vedere che luce ci fosse, questa luce riflessa nel tufo delle costruzioni, nell'azzurro profondo del mare, nei colori intensi dei piccoli fiori che, in questa stagione, si trovano ovunque, anche ai bordi delle strade.
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E ho visto persone, giovani, ma quanti giovani ci sono a Malta? E intendo giovani maltesi, che li si riconosce abbastanza.
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E ho imparato ad aspettare. Nei ristoranti maltesi, salvo qualche rara eccezione, si aspettano ore per pranzare o cenare. Da noi, in Italia, si impazzirebbe. Qua ci si arrabbia un po', poi si pensa che, in fondo, siamo qua in vacanza, e si aspetta. Salvo che a Natale: a Gozo, il giorno di Natale, era tutto chiuso o già prenotato. L'unico posto dove ci siamo seduti (e andati via senza pranzare), era buio, freddo, e dopo 30 minuti nessuno era venuto a prendere la comanda: ce la siamo cavata con pastizzi e ftira di pollo, comprati al baracchino. E ci siamo rifatti per cena. Certo, ridevamo, a Gozo non ci si può "ingozzare" ...
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E ho chiacchierato ogni volta che mi è stato possibile, di tutto e con tutti. Che poi, con l'inglese, me la cavicchio ancora abbastanza e la gente parla volentieri, quando il tempo non è un bene di lusso come da noi ...
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E ho scoperto che tripadvisor non è poi tanto male come guida, integrata con la Lonely Planet, e che forse quelli della Lonely dovrebbero sviluppare di più una community se non vogliono farsi bagnare il naso.
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Lascio Malta, simbolicamente, con la foto di uno di questi bellissimi torpedoni che trasportano turisti e che, se ho ben capito, tra breve tempo andranno in pensione per essere sostituiti da più moderni bus.
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E' anche questo il volto di Malta che cambia ...
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giovedì 30 dicembre 2010
Leaving Malta
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