La dimensione che amo maggiormente della mia associazione,
il Soroptimist International, è l'apertura verso il mondo, verso tutto il mondo,
la possibilità di fare parte di una
federazione con donne come me, che hanno i miei stessi principi, il mio stesso
desiderio di fare qualcosa perchè la condizione delle donne possa migliorare,
la mia curiosità di aprirsi al mondo, di avere amicizie internazionali, di
parlare di diritti umani, per tutti.
E' una associazione "complicata", ne va studiata
la storia, l'organizzazione, ma non complessa.
Anni fa, ascoltando un giovane ricercatore che raccontava il
suo libro, ho appreso che complicato e complesso non sono sinonimi, ma sono due
parole profondamente diverse: complesso è qualcosa che non si governa,
complicato è qualcosa che va capito, di cui vanno svelate le
"pliche", una ad una, con pazienza sempre, e con interesse.
Una delle prime cose che mi aveva colpito, ricordo, era la
rappresentanza in organizzazioni internazionali come la FAO e, appunto, l'ONU.
Avevo approfondito la cosa, sin da subito, per capire come e
cosa una associazione che io avevo conosciuto nella mia città Como, che non è
una grande città, potesse dire la sua in quella che io, da sempre, ritengo una
della massime organizzazioni al mondo per i diritti dell'uomo. Ero andata a scartabellare,
a vedere, leggere, nel mio inglese un po' barcollante.
Il Soroptimist International gode di uno status presso
l'ECOSOC, che consente alla nostra organizzazione di presentare interventi
scritti e verbali durante i lavori.
Lo scorso anno, al CSW59, avevo seguito l'avventura di
Renata Trottmann, una cara amica soroptimista e ora Presidente Eletta della
Federazione Europea, e avevo cominciato a sognare.
Ma solo un po'.
Con le antenne sempre in alto a captare notizie dal mondo,
nel mese di gennaio 2016 mi sono imbattuta in una call dalla FederazioneEuropea:
Chi prima arriva si accomoda.
Ho scritto: spinta da
mio marito che sapeva quanto lo desiderassi, ho scritto la mia timida mail al Soroptimist Europa e ... "sono stata presa!".
E il sogno di un anno prima
è diventato realtà.
Non si può spiegare cosa vuol dire "andare all'Onu, a
partecipare ai lavori, a seguire i lavori" per una persona che ama il
diritto quanto me.
All'Università avevo i voti più alti in Diritto (qualsiasi
esame di diritto) e Politica Economica.
Andare all'Onu, per me, era come vincere la possibilità di
andare a un Master, a un momento in cui tutto quello che so serve per crescere,
capire, imparare.
Un momento in cui, anche solo per essere una su cinquemila o
più, perchè anche "fare numero conta" in certi contesti, un momento
in cui provare a capire e raccontare quello che avrei vissuto.
Dal Soroptimist Europa hanno provveduto a richiedere il mio accredito (grazie Bintou!).
E quindi, ho ripreso subito a ripassare inglese/americano,
ho cominciato a studiare i documenti sul sito delle Nazioni Unite relative al
CSW e all'organizzazione, ho prenotato
il volo, l'hotel, fatto il passaporto e l'Esta (lo so, non era questo l'ordine,
ma è andata bene!).
E ora ho tutto, tutto il necessario per partire.
E ancora qualche giorno per prepararmi per bene...
Nessun commento:
Posta un commento