sabato 19 marzo 2016

Il mio personale CSW60

2016-03-15 11 agg


Ufficialmente chiusi, per me, i lavori.

Di fatto il CSW continuerà anche la prossima settimana ma lo seguirò da Como, dall'ufficio, dalla mia vita "normale", con Daniele e gli amici di sempre.

Si chiude questa esperienza incredibile, pazzesca, che mai avrei immaginato di vivere.
Mi resta la giornata di domani, per la quale ho già un bel programma, che esula dal Soroptimist e dal CSW60.

Una settimana a New York, per la prima volta nella mia vita in Usa, per la prima volta nella mia vita a parlare inglese/americano chiamatelo come volete, una lingua che da sempre ho studiato e amato ma che non ho mai veramente usato.
Ero timorosa prima di partire che questo fosse un limite:  mi sono buttata. A qualcuno ho fatto ripetere le cose tre volte (tutti hanno avuto tantissima pazienza con me), altri li capivo come parlassero italiano.

Per me è stato un sogno.

Parlare per una intera settimana di diritti umani, di progetti, di idee, sentire confrontarsi situazioni tanto diverse.

Ho capito davvero quanto sia fortunata, nella vita: cose che per me non hanno peso, per altre donne sono valori irraggiungibili. Spesso, mentre ascoltavo oratori o testimonianze, ho provato a pensare: "e se fosse toccato a me vivere in quel paese, in quella situazione?".

E altrettanto spesso ho ascoltato ammirata e con profonda riconoscenza, testimonianze di chi ha provato a risolvere, almeno in parte quei problemi. E che ci sta ancora provando. E che non ha nessuna intenzione di smettere.

Ho conosciuto Soroptimiste di tutto il mondo, sentito parlare di progetti incredibili, nei quali la potenza numero uno non sono tanto i soldi raccolti ma l'esperienza, l'abilità, le capacità delle soroptimiste che mettono i propri skills a disposizione.

Sono stata un po' la "mascotte" della Delegazione Europea del Soroptimist, che ringrazio, ma, alla fine, lo sono stata un po' di tutte.

E' stata una parentesi e una carica straordinaria, che mi porterò nel cuore nei momenti bui, che arrivano sempre e nella vita non mancano mai, e mi porterà luce.

Ringrazio di cuore tutti voi che mi avete seguito.

Un grazie speciale a mio marito,  Daniele, che mi ha spinto a provarci. Senza quella spintarella probabilmente non sarei partita.
Grazie a mamma e papà, orgogliosi di sapermi all'Onu, a  "Nuova York", come la chiama papà.

Grazie a tutti per avermi incoraggiato: anche un "semplice" like su facebook o un sms o un whatsapp ha fatto la differenza, mi ha dato forza e coraggio per cercare di vivere al meglio questa avventura.

A me resta dentro, geneticamente impressa, la convinzione che un mondo diverso sia possibile.
Ho visto tante tante tante giovani nella Conferenza, e ognuna dialogava con donne di qualche anno di più con una perfetta sintonia, sulla stessa lunghezza d'onda.

Da lunedì tutto sarà diverso, ma quello che si è imparato, che si è vissuto, non lo può portare via nessuno.

Spero con il mio racconto di aver portato un po' di luce in questa settimana anche a chi era in Italia e leggeva i miei resoconti.

E spero di aver messo voglia a qualche soroptimista, il prossimo anno, di provare a vivere questa esperienza. Questo diario è stato scritto anche per questo.

E ora: mi resta il sabato. Vado a trovare un mio personale mito. Vi dirò.

1 commento:

acquablu ha detto...

Brava Elena. E grazie per averci testimoniato che esiste un mondo femminile generoso, forte, ricco di risorse, che le altre donne le coinvolge, le stima, le mette in rete. Nei giorni bui sarà un sollievo ricordarlo