E il primo giorno di "lavori" a New York è arrivato.
E sta per finire.
Sono talmente tante le emozioni che ho vissuto oggi che, anche se gli occhi si chiudono, le voglio fermare in queste poche righe di diario giornaliero.
Girare New York, sia a piedi che con la subway è facilissimo.
Perdersi a New York, se non si presta un minimo di attenzione, è facilissimo.
Ho preso la subway due volte oggi: all'andata, capito dove era Uptown, visto che andavo verso nord, è stato semplicissimo.
All'uscita della metro, alle quasi 9 del mattino, abbiamo trovato a segnalarci la strada questo simpaticissimo volontario che ha accettato di farsi immortalare
Al 92, il teatro dove si tenevano i lavori, un numero incredibile di donne, circa un migliaio a partecipare a questa giornata che voglio definire "inspiring" come pare si dica spesso da queste parti.
Ci sono molte cose "inspiring " a New York, molte persone "inspiring".
Molte le abbiamo viste sul palco oggi, molte eravamo noi, riunite per "i diritti umani" qualcosa in cui molti non credono più. Ma noi si.
Due i panel che, a mio parere, sono stati i più interessanti:
il primo con Susan
O’Malley, Chair, NGO Committee on the Status of
Women/NY, International
Federation of Business and Professional Women, Phumzile Mlambo-Ngcuka,
Under-Secretary-General and Executive Director, UN Women; Antonio de Aguiar Patriota, Ambassador Permanent l. Representative
Mission of Brazil; Bureau Chair, Commission on
the Status of Women.
Conversation moderated by La Neice Collins, Communications and Advocacy Advisor, UN
Conversation moderated by La Neice Collins, Communications and Advocacy Advisor, UN
Il secondo, che ha davvero appassionato tutti, aveva come tema "No One left behind".
Quello che è emerso è che se si deve lasciare indietro qualcuno, spesso quel qualcuno è una donna.
In questo momento, in cui Agenda 2030 sta prendendo importanza, è importante capitalizzare questa visibilità e ricordare che occorre insegnare la responsabilità di rispettare i diritti umani, dai quali, comunque non si può mai prescindere e che devono essere sempre il tema principale anche ora che, con Agenda 2030, si parla di SDG.
Ma non posso dimenticare il concerto iniziale di Giada, cantante siriana e la stupefacente e inspiring performance di Climbing
PoeTree: Alixa Garcia & Naima Penniman. Se la mettono on line faccio un update e la inserisco in questo post.
Poi, come sempre, ci sono le mie amiche soroptimist.
Oggi ho conosciuto tutta la delegazione.
A mezzogiorno, in particolare, ho pranzato con Sigrid e Marlène, con le quali mi sono trovata benissimo e alle quali mi aveva affidato Maria Elisabetta.
Nella foto siamo tutte e quattro!
(Maria Elisabetta De Franciscis è la Presidente del Soroptimist Europa, Sigrid Ag è Vice Presidente del Soroptimist Europa e si occupa di Advocacy, Marlène Van Benthe è olandese ed è la Programme Director dell'Olanda)
Nella foto siamo tutte e quattro!
(Maria Elisabetta De Franciscis è la Presidente del Soroptimist Europa, Sigrid Ag è Vice Presidente del Soroptimist Europa e si occupa di Advocacy, Marlène Van Benthe è olandese ed è la Programme Director dell'Olanda)
Con l'inglese non va male, diciamo che ci si intende, almeno sulle cose che contano ... magari mi faccio ripetere due, o anche tre volte le cose, ma alla fine ci arrivo.
Nelle conferenze è più semplice: capisco quasi tutto anche perchè gli oratori parlano lentamente e le parole, più o meno sono sempre quelle.
Insomma, ci azzecco!
Alla fine della giornata sono tornata percorrendo un tratto di Central Park, un'oasi, uno spazio che sembra quasi irreale per quanto è grande. Ma a New York, sembra che tutto sia grande.
Poi ho ripreso la subway alla 86, ma mi sono infilata in una Express che non fermava a Gran Central, così sono saltata giù alla 51, al volo, sono risalita, ripreso la 6 local e arrivata a Gran Central.
Insomma, ce l'ho messa tutta per complicarmi la vita, ma sono rientrata.
E stasera, ricevimento da Maria Elisabetta con tutta la delegazione europea.
Ma di questo vi racconto domani.
Alla fine della giornata sono tornata percorrendo un tratto di Central Park, un'oasi, uno spazio che sembra quasi irreale per quanto è grande. Ma a New York, sembra che tutto sia grande.
Poi ho ripreso la subway alla 86, ma mi sono infilata in una Express che non fermava a Gran Central, così sono saltata giù alla 51, al volo, sono risalita, ripreso la 6 local e arrivata a Gran Central.
Insomma, ce l'ho messa tutta per complicarmi la vita, ma sono rientrata.
E stasera, ricevimento da Maria Elisabetta con tutta la delegazione europea.
Ma di questo vi racconto domani.
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