Oggi sono stata a trovare un mio parente, primo cugino di mia mamma.
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Va spiegato che la mia nonna era la penultima di una famiglia numerosa e che questo primo cugino è il figlio della sorella maggiore di mia nonna, il che comporta che abbia ormai superato abbondantemente gli ottanta anni.
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Nella sua vita ne ha passate di ogni, compreso essere stato prigioniero per oltre un anno in un campo di concentramento tedesco, da cui era riuscito a scappare e a rifugiarsi in Svizzera fino alla fine della Guerra.
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Raccontava oggi pomeriggio, con un sorriso che mi ricorda tanto quello della mia nonna (che per lui era zia), le avventure, la fame, la vita nei campi di prigionia: il suo compito era quello di lavorare nei magazzini di merce dove, diceva, c'era tutto, ogni bendidio, compreso il cioccolato, e da dove riuscivano a fare sparire cibo da passare agli altri compagni prigionieri, a rischio della vita, che di quei tempi, si sa...
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Un racconto in dialetto, che solo chi conosce bene questa "lingua" può apprezzare, di una persona a cui la vita non ha tolto la voglia di sorridere, di un uomo che, anche se provato, non ha mai perso la battuta scherzosa e un modo semplice di vivere.
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Diceva che i tedeschi salutavano quelli che come lui lavoravano nel magazzino con: "Guten nacht!" (o come si scrive, non lo so) e lui rispondeva "Tacas su!" (che, tradotto dal dialetto letteralmente si traduce "attaccati su!" ma in significato meno letterale sta per un "impiccati"), e sua moglie gli ricordava che poi, quando se ne sono accorti, i tedeschi non erano poi così contenti ....
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Lo guardavo mentre con gli occhi rideva e rivedeva quelle scene e ce le regalava, e tra me e me orgogliosamente pensavo: ma chi è Benigni confronto a lui ...
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1 commento:
Bellissima testimonianza :)
Io rimpiango di non aver registrato, o essermi scritta, i racconti di uno zio di mia mamma, bersagliere, che i fronti di guerra non dico che se li sia passati tutti ma quasi... e adesso è tardi :(
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