domenica 2 settembre 2007

I "matti"

Proprio fuori da casa mia, li vedo dalle finestre del corridoio, c'è una comunità aperta dell'ex manicomio di Como.
Quando la legge ha voluto che i manicomi chiudessero, hanno cominciato a fiorire questi "reparti ospedalieri" decentrati nel territorio, per far vivere queste persone in mezzo alla gente.
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Noi, nel nostro condominio, li chiamiamo, con un vezzo d'affetto, i "matti".
C'è molto amore in questa parola, anche se potrebbe non sembrare a prima vista, perchè non viene mai pronunciata con disprezzo, ma con una sorta di affetto che non vuole mettersi in mostra.
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Te li trovi sulla strada che conduce alle nostre case, vestiti nei modi più strani, con quella camminata che pare non portare da nessuna parte ma che ha sempre una meta precisa. Stanno in mezzo alla strada, e anche se sentono che arriva un'auto non si spostano .... e nessuno impreca o suona per farli spostare .... se si accorgono, si girano, ti guardano e si tirano da parte.
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E' capitato, nel corso di questi anni, di doversi lamentare, ma non di loro, di certi infermieri che, dalle finestre, raccontano vita morte e miracoli (terapie, disturbi, problemi) di queste persone, dimenticandosi troppo spesso che nelle finestre del nostro condominio tutto entra come se fosse una radio accesa. Suoni, ti aprono, entri, un "matto" ti accompagna dagli infermieri, sta lì, ti ascolta e poi ride, ride di gusto come riderebbe un bambino perchè sa che il problema non è lui.
La mattina, spesso, li trovi al tavolino del bar all'angolo, con il loro bicchiere di birra o di vino davanti, perchè nessuno deve e può controllarli. E in quei momenti il loro sguardo si fa perso, ti guardano come fossi un'ombra che passa davanti al sole.
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La gente spesso li critica, non li vorrebbe, forse la paura di essere presi per ospite della comunità, visto che non è che siano tanto sani nemmeno queli che stanno nel mondo al di fuori.
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Ma più spesso i "matti" ti guardano negli occhi: hanno lo sguardo diretto che hanno i bambini, senza mezze misure.
I "matti" hanno uno sguardo che ti penetra.
E nei loro occhi, così diretti forse tanti temono di vedere la follia nascosta da qualche parte anche dentro di se.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dalle prime parole mi è venuto un flash, un "dèjà vu"... hai mai visto i film di Romero sugli Zombie? Ecco, anche loro girano senza apparente meta e non si scansano quando passano le macchine...

Elena Trombetta ha detto...

No, non l'ho visto. Ma nel mio pezzo di strada le auto vanno a passo d'uomo. E loro le ignorano ;)